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mercoledì 31 ottobre 2012

TOSAMAGANGA / SPAZIO POESIA










Un raggio di sole ferisce la terra arida.

Terra di gente generosa che conosce soltanto

fatica e dolore eppure è capace di sorridere.

In lontananza l’eco d’un canto consolatorio

e una danza che simula preghiera.

E dal cielo si tende a te, nel mentre, Quella “mano”

che accoglie da sempre in un gesto di fraternità.





Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

LA SOCIETA' "ONESTA" DICE UN "NO" DECISO ALLA POVERTA' INGIUSTA








Tutte le leggi, le pratiche e l’agire delle istituzioni umane , che in qualche nel mondo concorrono a creare povertà “ingiusta”, devono essere messe molto presto sotto i riflettori, perché l’opinione pubblica sappia ciò che esse realmente sono e i danni che producono. E’ un obiettivo questo, nato ufficialmente dopo la marcia per la Giustizia (Agliana-Quarrata, in provincia di Pistoia) dello scorso 8 settembre e da centrare con il supporto fattivo dell’assemblea generale delle Nazioni Unite entro il 2018, ricorrenza del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

I promotori dell’iniziativa , che è già campagna (www.banningpoverty.org ), sono Riccardo Petrella dell’Università del Bene Comune (Bruxelles) e Bruno Amoroso del Centro studi Federico Caffè e l’università di Roskilde (Danimarca).

Per approfondire l’argomento esiste un Rapporto dal titolo “Liberare la società dall’impoverimento”, che può essere richiesto tramite il sito sopraindicato.

Ecco qui, in breve,in base al Rapporto, che cosa rende illegale la cosiddetta povertà.

Si tratta di principi,qui sunteggiati, di cui si argomenta ampiamente all’interno del Rapporto.

a)Nessuno nasce povero,né sceglie di esserlo.

b)La povertà è una costruzione sociale.

c)Non è soltanto la società “povera” che produce povertà.

d)L’esclusione produce impoverimento.

e)In quanto strutturale l’impoverimentoè sempre collettivo.

f)La povertà è figlia dell’assenza di volontà politica collettiva nei confronti di tutti gli abitanti della Terra.

g)I processi d’impoverimento si verificano in società ingiuste.

h)La lotta contro la povertà è lotta contro la ricchezza ineguale, ingiusta e predatrice.

i) Il pianeta degli”impoveriti” è divenuto sempre più popoloso, in particolare dagli anni ’70.

l)Per ridurre la povertà le politiche degli ultimi anni hanno preso in considerazione solo misure curative, mai risolutive.

m) La povertà oggi è una nuova forma di “schiavismo” e quindi un autentico “furto di umanità e di futuro”.

n) Risolvere significa mettere “fuori legge” le leggi (perdonate il bisticcio di parole) e tutte quelle pratiche sociali collettive, che concorrono a produrre e alimentare povertà.

Concludendo,mi pare più che evidente che in questo discorso, dentro questa “povertà” illegale, ci siamo tutti come Italia, come Europa e come Mondo.

Ci siamo dentro  soprattutto come  giovani, come lavoratori attivi e come lavoratori esclusi dal circuitolavorativo. Ci siamo come uomini e come donne. E non solo.

Ci siamo, insomma, come persone, che hanno il  diritto ad un futuro dignitoso e a una vecchiaia serena, in un mondo che sia il più possibile meno conflittuale.

Se così non sarà, ci attendono (tutti e tutti insieme) giorni “neri”. E non è affatto una metafora.

E’ bene sapere e, dunque, fare.

Per l’elenco dei promotori della campagnae possibilità di adesione, rimando alla lettura dell’articolo di Raffaello Zordan su Nigrizia di ottobre, periodico dei Comboniani.


            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

domenica 28 ottobre 2012

"IMMIGRATI" /SPAZIO POESIA










Maschere di sofferenza.

Sfruttati, affamati ,umiliati.

Ieri come oggi.

Sempre lo stesso uomo o

la stessa donna, che ci riprovano

a guadagnarsi

il duro pane nel disprezzo

di sguardi supponenti

in città anonime o nei

campi assolati di un altro Sud.

E intanto il mondo “gira”

indifferente come sempre.


        Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

"L'INGANNO" /SPAZIO POESIA








Il figlio degli altipiani e della terra ferma

ha sfidato in un meriggio d’ottobre l’azzurro

dell’oceano tempestoso e ha perso.

In quella gara-si sa – il trionfo quasi sempre

è di uno, il più forte.

Poseidone il fascinoso,il potente e l’ ingannatore.

Nulla è valso un cuore esploratore

e occhi mai paghi di curiosità.

Ma l’ala accogliente di un pellicano

ha poi ospitato su di sè, come in cuna,

quel cuore.

E ora esso esplora sorridente,

con lo sguardo di eterno bambino, “altri” azzurri.





      Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

venerdì 26 ottobre 2012

GIOCHI D'AMBIGUITA' / LA POESIA DI PAUL GERALDY /DIVERTISSEMENT








Entre! Voici ma chambre éparse et provisoire

Où j’étais seul, où je vivais en t’attendant,

et ma tristesse avec sa lampe et ses armoires,

et voici le portrait de ma mère à vingts ans.

Voici mes résumés de cours et mes poètes,

mes disques préférés, mes Bach et mes Schubert,

le calendrier neuf où le jour de ta fete

est marqué d’une croix, et puis voici mes vers.



par (Toi et moi)



a cura di Marianna Micheluzzi

lunedì 22 ottobre 2012

REPUBBLICA CENTRAFRICANA /GARAMBO' E LA TRUFFA DEL COTONE







La mia amica Anna, alcuni anni fa, quando c’incontrammo per la prima volta a Roma, parlando della sua esperienza di animatrice rurale in Centrafrica, mi raccontò subito, quasi a mo’di biglietto da visita, di Garambò, un saggio uomo africano, un contadino, a suo dire, molto creativo e della sua disavventura, risolta poi ,coraggiosamente in finale e anche con esito positivo.

Ma andiamo con ordine.

I contadini, amici di Anna, al villaggio tiravano a campare con la propria famiglia,quasi sempre troppo numerosa, esclusivamente grazie al ricavato della vendita del loro cotone al mercato.

E, soprattutto, dopo un anno di faticoso e duro lavoro,che lasciava spesso pure i segni sulla persona fisica.

Ma gli acquirenti al mercato , per conto del governo locale, erano i classici imbroglioni pronti a speculare, sapendo analfabeti e incapaci di contare, tanto i contadini che le loro donne.

Così, un giorno, Garambò, imbattendosi in uno di quei momenti felici di Anna , dà inizio con lei un discorso, partendo alla lontana e parlando della sua bilancia.

Il contadino, infatti, chiede ad Anna, di pesargli sulla sua bilancia la cesta, in cui solitamente egli ripone il cotone,che poi va a vendere al mercato.

Noi diremmo che intendeva verificarne la tara.

Anna,dopo un po’ di resistenza e dinieghi,trattandosi di una bilancia pesa-neonati, lo accontenta comunque.

E Garambò si allontana, soddisfatto, con la sua informazione.

Ma dopo una ventina di giorni,Garambò, rincontrando Anna le dice ,senza neanche troppi giri di parole, che la sua bilancia, cioè quella di Anna, non pesa giusto.

E spiega alla nostra amica come gli sia stato possibile verificarlo.

Garambò è andato nella piantagione, ha tagliato un grosso ramo e lo ha infisso nel terreno, legandolo ad un grosso sasso. Poi ha contato dalle due parti tre volte la sua mano e ha fatto un taglio .Da una parte dice di avere legato la cesta pesata da Anna e dall’altra la cesta che gradualmente andava riempendo di cotone raccolto. Quando, parole sue, le due ceste cominciano a danzare a misura (la bilancia è in perfetto equilibrio), mette il cotone in una altra cesta distante ma ancora più grande e depone ogni volta lì vicino un sasso,che sta a indicare il numero di chili, uno dopo l’altro.

Un sistema, quello di Garambò, decisamente ingegnoso e che stupisce profondamente Anna.

Ma in Africa è quasi sempre così.

Le cose più semplici sono le più autentiche e le più funzionali al momento del bisogno.

E non è raro che certe soluzioni di problemi, per quanto all’apparenza ingenue, stupiscano.

Ma il bello di Garambò e dei suoi compagni, contadini e raccoglitori come lui, giunge , com’era prevedibile, nel giorno del mercato quando tutti, avvertita con certezza la “puzza” di truffa, Anna compresa, si rifiutano di vendere ai governativi il proprio cotone se non pesato con le giuste bilance.

La cosa, inaspettata, lascia molto sorpresi gli acquirenti che, non sapendo c come regolarsi, minacciano il carcere per gli scioperanti.

Ma Garambò e gli altri, con molta calma e pacatezza, resistono. E poi, con voce stentorea, il “nostro” ribatte a chiare lettere che è solo la bilancia del mercato quella che deve andare in prigione, perché truffaldina.

Infatti un successivo controllo dimostra che Garambò e i suoi hanno ragione.

La bilancia del mercato, affossata nel terreno, non pesa bene.

Chiuso l’episodio,qualche giorno dopo, gli stessi contadini e raccoglitori della resistenza ai governativi si quotano a testa e acquistano un sacco di cemento, con cui andare a cementare la superficie su cui poggia la bilancia “truffaldina”.

Tutto è bene quel che finisce bene. Ma da rimarcare c’ è che, grazie a Garambò e alla sua intelligenza e creatività , inaspettatamente c’è stata per tutti i raccoglitori di cotone di quel villaggio una presa di coscienza collettiva circa il giusto e l’ingiusto e, di conseguenza, è stata cercata e trovata poi anche la modalità perché la compravendita avvenisse possibilmente, da allora in avanti, sempre con maggiore giustizia.

E certo non è poca cosa.



Marianna Micheluzzi (Ukundimana)



(ndr.) Altre storie come questa di Garambò è possibile leggerle in “La moglie del sole” di Anna Piatti.EMI-editrice-Bologna.

Sono racconti di trent’anni di volontariato di una donna carismatica e particolarmente impavida nella Repubblica Centraficana.

domenica 21 ottobre 2012

LESOTHO / I SALESIANI SFIDANO LA POVERTA' CULTURALE






In una parrocchia di Maseru , la città capitale del piccolissimo regno del Lesotho, staterello circondato dal grande Sudafrica, in questi giorni i salesiani di Don Bosco dal nulla stanno impiantando un centro per insegnare alla gioventù locale, quella delle famiglie meno abbienti del posto, a fare proprio un lavoro per la vita, allo scopo di sottrarla, se riescono, alla precarietà e all’emarginazione eventuale di un’ esistenza adulta.

Come accade.

Infatti, pare che il lavoro qualificato, laggiù, sia roba soltanto per ricchi e che almeno il 40% della popolazione, in tutto un milione e ottocentomila abitanti , non abbia mai di che mettere insieme il pranzo con la cena. O fosse, magari, anche un solo pasto al giorno.

E meno che mai potrebbe permettersi, quindi, di frequentare la scuola.

Pertanto, con l’aiuto di alcuni benefattori, in particolare gente generosa dall’Italia, il missionario salesiano, cui è affidata la centralissima parrocchia del Sacro Cuore, ha pensato bene di indirizzare i giovani all’apprendimento della carpenteria e dell’informatica.

Tenendo presente , per di più, che in Lesotho solo il 4% della popolazione locale utilizza regolarmente internet.

Non sarà affatto un’impresa facile per mille e più di una ragione (e ne è convinto anche il parroco) ma sono queste le sfide missionarie, le più provocatorie, quelle che danno “sale” a chi ha scelto di rendere il “nostro” mondo un po’ migliore.

Il missionario sa di essere, nella sequela a Cristo, oggi come ieri, il piccolo Davide contro il gigante Golia. E la “sua fionda”, in casi come questi, è semplicemente la fede .
Perciò non ha paura.
E accetta  di mettersi tranquillamente in gioco.

            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

MOGADISCIO (SOMALIA) / IN CITTA' RIPRESA DELLE ATTIVITA' SPORTIVE







La gioventù di Mogadiscio riavrà presto l’opportunità di praticare sport nello stadio cittadino, che finora era occupato quale base militare dai guerriglieri di Al Shabab e, prima ancora, da altri gruppi armati durante il lungo e terribile periodo di destabilizzazione del Paese, seguito alla fuga di Siad Barre.

Nei fatti lo stadio di Mogadiscio,un complesso sportivo polivalente, costruito negli anni ’70 con capitale cinese, essendo situato in un punto strategico per il controllo della città ( l’area nord), dal 1991 non era stato più utilizzato dalla popolazione locale in quanto molto appetibile per tutt’altro genere di fruizione dai gruppi armati.

Molto presto, eseguiti i necessari lavori di ristrutturazione , non solo lo stadio sarà restituito alla popolazione, e soprattutto ai giovani, ma la Federazione sportiva somala (SSF) sta già pensando di organizzare per dicembre, se non ci saranno inconvenienti tecnici, un torneo di calcio a squadre.

La notizia è stata data dalle emittenti locali ed è stata accolta con grande soddisfazione dalla gente, perché s’intravede, anche grazie a questo progetto, un possibile ritorno alla normalità.

Il risultato è comunque merito degli uomini dell’Amison, la Missione dell’Unione Africana in Somalia, i quali hanno agito senza risparmio di forze e di munizioni, perché lo stadio fosse libero dagli ultimi occupanti.

                             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

ISAIA E IL SENSO DELLA VITA / READING DA "IL VISITATORE" DI E.E. SCHMITT










Siamo a Vienna e l’anno è il 1938. Hitler ha già occupato la città. E il protagonista della pièce teatrale di Schmitt,”Il visitatore”, nientemeno che il grande Freud, il padre della psicanalisi come ben sappiamo, nella notte angosciosa in cui si prepara ad allontanarsi in tutta fretta dalle orde naziste, incontra Dio.

E Dio, rivolgendosi all’uomo di scienza gli dice :”C’è stato un tempo in cui l’uomo si accontentava di sfidare Dio,oggi prende il Suo posto. Nell’uomo c’è una parte divina, ed è quella che oggi gli permette di negare Dio.Lei, dottor Freud, non è da meno, ha fatto piazza pulita : il mondo non è altro che il prodotto del caso, un confuso cozzare di molecole. E dal momento che non c’è un padrone, l’uomo detta legge.

Essere il padrone!!!...Mai come nel secolo attuale sarete posseduti da questa follia!

Padroni della natura: e insozzerete la terra, renderete nere le nuvole.

Padroni della materia : e farete tremare il mondo.

Padroni della politica : e inventerete i totalitarismi.

Padroni della vita : e sceglierete i figli da un catalogo.

Padroni del corpo : e avrete talmente paura delle malattie e della morte che accetterete di tirare avanti a qualsiasi costo, di sopravvivere senza vivere, narcotizzati, come vegetali in serra.

Padroni della morale : e deciderete che tocca agli uomini inventare le leggi e che in fondo una cosa vale l’altra, quindi non c’è niente che valga.

A quel punto l’unico “dio” rimasto sarà il denaro, e dappertutto nelle città gli costruiranno templi (banche) e alla fine, Dio assente, tutti penseranno aria fritta”.





         a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 Il dipinto in alto che accompagna il testo è dell'artista Armando Orfeo

sabato 20 ottobre 2012

UN CHIRURGO INNAMMORATO DI "MARIA" /SCAFFALE LIBRI / PROPOSTA PER IL WEEK-END






Non è una “love story” come d’achitto qualcuno può immaginare ma è, comunque, una storia d’amore.

Una storia “aperta”, come si dice oggi, e che riguarda un po’ tutti.

Si tratta della realizzazione di un libro fotografico di tale Tommaso Claudio Mineo,ragusano, sull’Annunciazione a Maria da parte dell’Angelo.

Mineo ,che nella vita d’ogni giorno esercita la sua professione di medico chirurgo , per passione, è anche uno studioso di storia dell’arte ed è molto spesso in giro per musei ,pinacoteche, mostre e collezioni di privati.

In questo libro, in cui le analisi, i dettagli, le considerazioni, non occupano più di una ventina di pagine, il lettore, forse molto più osservatore, s’imbatte in un susseguirsi d’immagini d’opere dello stesso tema (l’Annunciazione) ma pittoricamente raffigurate in maniera molto differente una dall’altra.

La prefazione de “Il più bel sì. Iconografia dell’Annunciazione”-(Libreria editrice vaticana) è,tra l’altro, del noto mariologo Stefano De Fiores.

Per comprendere tutto il fascino dell’evento che colpì il “nostro” futuro dottorino, fin da liceale , come egli stesso racconta nel libro, non sarebbe peregrino andare a rileggersi Luca( 1,26-38).

Per quel che riguarda la dimensione temporale, pagina dopo pagina, si attraversano parecchi secoli, a partire dal VI sec. per quel tessuto di seta, ben conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, e fino al XII –XIV sec. con la Madonna di Ocrida (Macedonia) e quella di Ferrer Bassa nel Museo di Historia di Barcellona.

Si ammirano, ancora,alcune opere dell’Otto-Novecento e ,infine, l’Annunciazione dell’artista nigeriano, contemporaneo, Paul Woelfel, l’ unica in cui Maria ha i tratti somatici di una donna africana e la sua carnagione è scura.

Qualcuno, legittimamente, potrebbe chiedermi perché , proprio oggi, questo tipo di suggerimento da parte mia?

Siamo alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, che ricorre domani, domenica, 21 ottobre e che si celebra in tutto il mondo cristiano.

Da quell’ “annuncio” a Maria, e dal suo generoso “sì” in risposta, ne è scaturita una storia di salvezza per l’umanità tutta dei credenti e, certamente, anche per coloro che dicono o credono di non credere.

In una modesta fanciulla di Palestina, turbata ma obbediente, Dio si è fatto “carne” ,come recita quel capolavoro di sintesi, che è l’incipit del Vangelo di Giovanni.

E, cioè , Egli è divenuto uomo come noi. Con gioie e sofferenze, fatiche e incomprensioni, fino alla morte e alla morte di”croce”,come un qualsiasi ignobile malfattore del suo tempo.

Guardando alla nostra esistenza e a quella di coloro, che ci sono intorno, oppure a quelli che addirittura, strettamente, la condividono con noi, non si può fare a meno di riflettere sul significato autentico del cammino terreno di ciascuno di noi e Cristo è senz’altro la classica “cartina” di tornasole.

Ma tutto, questo tutto importante, questa storia di “salvezza”, ha avuto inizio per Maria e in Maria.

Una fanciulla. Una donna. Una madre.

Occorre ricordarlo.

E il libro iconografico di Tommaso Claudio Mineo, in questo, ci aiuta.

               a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

venerdì 19 ottobre 2012

"AZZURRO DINAMICO " /PREGHIERA SILENZIOSA / SPAZIO SPIRITUALITA'















Dono senza ricerca di contraccambio

e guida certa nel cammino.

Fraseggio armonioso

d’insiemi che squarcia

l’enigma dell’essere al mondo

sia nei giorni di luce

che in quelli di buio.

Cuscino e carezza.

Parola e sostegno.

Silenzio e azione

Concetto e immaginazione.

Scoperta in itinere.

Ricerca di unità.

Intesa carnale.

Perché sei stato, anche Tu,

un uomo come noi.

   
                Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Il dipinto che accompagna il testo è opera della pittrice  spagnola Irene Almendros




lunedì 15 ottobre 2012

"FIAMMA CHE BRILLI" / HAIKU PER CELIA










Fiamma che brilli nella notte : tocco di labbra e nel mondo silente pulsa la vita.

                 Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
            

"STRADE" / SPAZIO POESIA








Strada di città antica, casa, imposte chiuse.

Non più suoni, né rumori, né risa, né parole.

Ci separammo così senza stretta di mano.

Io come foglia d’autunno accartocciata

me ne sto sul selciato bagnato di pioggia,

confusa.

E tu, nomade, accogli giornate

che consumano il tempo residuo.



Marianna Micheluzzi

mercoledì 10 ottobre 2012

"ORCHIDEA" /HAIKU CELEBRI / SPAZIO POESIA






ORCHIDEA



Il profumo dell’orchidea /penetra come incenso / le ali di una farfalla.



Matsuo Basho ( 1664-1694 )

    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 Il dipinto in alto è di Robert Nike

lunedì 8 ottobre 2012

"L'AMICO" / SPAZIO POESIA









Si percorre per strade diverse

il cammino che conduce

alla stessa meta.

Questo ha significato per me

il “mio” incontro con te.

Mani capaci di sporcarsi

in carezze non richieste.

Piedi che non conoscono sosta.

Sudore, impotenza e santa rabbia

dinanzi a morte e a ingiustizie

gratuite.

Utopia praticabile solo quando

il di sé non è esibizione.

Silenzi carichi di significato.

nel nascondimento.

Parole di speranza sempre.

Complicità nel “bene”.

            Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

sabato 6 ottobre 2012

TANZANIA /EVANGELISTA ABELA /CIRCOLARITA' DEL DONO / YA MUNGU NI MENGI




Si chiama Evangelista Abela.


“Evangelista”, cioè annunciatrice di belle notizie.

“Abela”, femminile di Abele, i cui capretti erano graditi a Dio (cfr. Genesi 4, 4).

Due nomi che ritraggono bene questa donna: sì, perché Evangelista Abela è una missionaria. Una missionaria della Consolata del Tanzania di 37 anni, che sta per raggiungere la Liberia, dopo aver studiato in Kenya.

Tanzania, Liberia, Kenya: tre paesi dai cammini tortuosi. Il Kenya, spesso in balia di un feroce tribalismo; la Liberia, fino a ieri in preda alla guerra civile; il Tanzania, vessato da una dilagante corruzione politica.

- Suor Evangelista, perché non resti a casa? Anche da noi c’è tanto da fare!

- Ovunque c’è tanto da fare - risponde l’interessata -. Però un proverbio recita: bisogna saper donare, anche se il granaio non è pieno.

Già. Se aspetti che il tuo granaio sia pieno per donare qualcosa, non offrirai mai nulla, perché il granaio sarà sempre mezzo vuoto…

Così, domenica 30 settembre 2012, Evangelista Abela riceve il “mandato missionario”, cioè la consegna della Bibbia e del Crocifisso. In chiesa sono presenti la mamma, i fratelli e tante altre persone, incuriosite da questa bella e istruita tanzaniana, che sa ballare e cantare come e meglio di tutte le donne del paese. Ma se ne va in Liberia.

“Ya Mungu ni mengi” (gli affari di Dio sono molti). Spesso imperscrutabili.



Suor Evangelista Abela racconta ai giovani: “Quando avevo 20 anni, sognavo di essere poliziotta o soldatessa, per salvaguardare la sicurezza sulle strade e garantire la pace in ogni angolo del paese. Poi il Buon Dio mi ha fatto capire che posso fare questo e molto di più anche senza il bastone del poliziotto e il fucile del soldato. Così ho scelto di essere missionaria”.

- Suora, cosa vuoi dire - domanda una ragazza - “posso fare molto di più”?

- Come missionaria, posso difendere a tempo pieno i diretti dei poveri. Posso aiutare tante persone con l’insegnamento, incoraggiando tutti ad essere autosufficienti anche economicamente. Da africana, posso testimoniare che il tribalismo, la vendetta, l’odio, la stregoneria sono malattie mortali…

Al termine suor Evangelista Abela lancia questo messaggio: “Ragazzi e ragazze, usate bene i doni che avete ricevuto da Dio, senza esitare. Io vi aspetto in Liberia…”.

       
                                  p. Francesco Bernardi (IMC)

TANZANIA /KALENDA 2013 /SIMPATICAMENTE E CON I COLORI SI GIOCA D'ANTICIPO





Che giorni e che pensieri!
Di calendari in Italia se ne contano a bizzeffe. Di ogni taglia e contenuto. Calendari di lavoro e feste, moda e sport, di politica e liturgia. Calendari agenda, calendari tascabili, calendari personalizzati.

Il calendario è anche un biglietto di visita.

Tutti graficamente perfetti.

Servono pure per misurarci con il tempo che va.

Un tale della terra di Israele, pressappoco 2.700 anni fa, calendario in mano, pregava: “Signore, insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio (cfr. Salmi 99, 12).



In Tanzania i calendari sono pochi, però ricercatissimi.

La rivista missionaria “Enendeni” (“Andate”) ha appena sfornato il suo “Kalenda 2013”, augurando a tutti buon lavoro alla stregua delle responsabilità di ciascuno.

Dunque, un invito all’impegno, all’azione, ricordando che per i cattolici il 2013 è “l’anno della fede”: una fede operosa che coinvolga braccio, mente e cuore. Perché “una fede senza opere è una tomba”, scrisse un altro, di nome Giacomo, circa 1.900 anni or sono, pure lui delle valli di Israele.

Il 2013 è l’anno della fede secondo le profetiche intuizioni del “Concilio Ecumenico Vaticano II” (celebrato 50 anni fa), elaborate da “Il Catechismo della Chiesa Cattolica” (consegnato 20 anni).



Il “Kalenda 2013” di “Enendeni” è un calendario classico, ma con due sottolineature ogni mese:

“giorni speciali” e “pensiero dominante”.

Per esempio: in gennaio “speciali” sono i giorni di preghiera per l’unità dei cristiani cattolici, protestanti e ortodossi (18-25 gennaio). In particolate, i protestanti luterani e anglicani costituiscono una forza consistente in Tanzania, con la quale i cattolici devono fare i conti.

Per non parlare dei musulmani. Ecco allora che l’8 agosto, celebrando la fine del Ramadan (“Id El Fitri”), la Chiesa Cattolica rinnova il proprio sforzo per “un dialogo paziente” con l’Islam. Ma, se i musulmani esigono il tribunale giudiziario secondo la legge coranica, i vescovi cattolici replicano citando il presidente del Tanzania, Jakaya Kikwete, musulmano, il quale afferma: “Il governo del Tanzania non può costituire un tribunale penale secondo le varie denominazioni religiose. Se i musulmani lo vogliono, se lo costituiscano da soli”.

Facendo un passo indietro, in luglio “speciale” è il giorno 11, memoria di San Benedetto, i cui missionari (come tutti) da sempre annunciano la parola di Dio, che stigmatizza anche la… stregoneria.

Al riguardo, “il pensiero dominante” è: l’ansietà per la salute e il futuro dei figli e il successo, nonché i cambiamenti climatici e la paura degli spiriti malvagi spingono gli africani a trovare riparo nei culti tradizionali, incompatibili con gli insegnamenti di Cristo… La stregoneria è una ferita profonda, una piaga (cfr. Africae Munus, 93: Esortazione di Benedetto XVI in seguito al “Secondo Sinodo dei Vescovi dell’Africa, 2009”).

In dicembre il giorno speciale non può che il 25, allorché un angelo irrompe sul palcoscenico della storia per proclamare: “Uomini e donne, non temete, perché vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutti i popoli: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.

E, ovviamente, il “Kalenda” si congeda con il Buon Natale a tutti.


                p.Francesco Bernardi (IMC)