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sabato 24 novembre 2012

"ULTIMO RAGGIO DI SOLE" / SPAZIO POESIA






Raggio di sole che illumini la stanza

sgombra di suppellettili.

E tu, clessidra,che hai già versato

tutti i tuoi granelli di sabbia e

sei stata testimone di un tempo gaio.

Gli ospiti ora sono altrove e

non faranno presto ritorno nella casa.

E’ finita la stagione degli amori.

E anche  troppo in  fretta.

          di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)



sabato 17 novembre 2012

"SILENZIO" /SPAZIO POESIA






Una sagoma d’uomo

in dissolvenza

s’allontana

col suo mezzo

su di una strada

polverosa.

Silenzio assordante

gravido di contraddizioni.

Rintocchi periodici

di campana.

Silenzio di preghiera.

Profumo di pulito e

di ceri accesi.

Parole parlate.

Parole scritte.

Tante.

Troppe.

Passato che ritorna.

Riflessioni fugaci.

E fuori refoli di vento

accarezzano l’aria calda.



Sulle soglie del tempo

e dello spazio

si cammina tutti e

tutti assieme

e la meta incerta è

sempre nuova e differente.

Unica certezza è

il presente continuo.

La sfida.

 
           Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

mercoledì 14 novembre 2012

DIALOGARE E' FRATERNITA' /SPAZIO POESIA






“Non verremo alla meta a uno a uno /ma a due a due./Se ci conosceremo a due a due,noi ci conosceremo/ tutti, noi ci ameremo tutti e i figli /un giorno rideranno /della leggenda nera dove un uomo/ lacrima in solitudine”.

(Paul Eluard)

LAGOS (NIGERIA) /MAKER FAIRE AFRICA / LA FIERA DELLE "MERAVIGLIE"






Per noi occidentali è qualcosa d’impensabile o, quanto meno,di estroso.

Eppure funziona. Tanto da suscitare l’interesse anche dei”media” nostrani.

Parlo di “Maker faire Africa”, una fiera ,che si tiene a Lagos, in Nigeria, e che propone informalissime invenzioni, opera essenzialmente di “giovani” inventori.

Il promotore dell’idea è un certo Erik Hersman, che va molto fiero della “sua”creatura.

Ragazzi e ragazze, in genere studenti e studentesse, provenienti da differenti Paesi africani, recano alla fiera di Lagos le proprie strabilianti creazioni.

Che di strabiliante hanno che si tratta di semplici e impensabili brevetti,che però funzionano.

E funzionano e aiutano,in particolare, la gente dei villaggi. Quelle persone che vivono l’Africa rurale, lontana dalle comodità (si fa per dire) delle piccole o grandi città.

Tra queste cosiddette “invenzioni” quattro ragazze africane hanno scoperto e messo a punto un meccanismo che trae, ad esempio, energia dall’utilizzo dell’urina,che per l’appunto non costa niente. Oppure si può vedere esposto un “tuk-tuk limo”, una vettura che riesce a trasportare fino a dodici persone. Coprire distanze quasi sempre notevoli in Africa è molto importante e, chi può permetterselo, potrebbe, magari in gruppo, acquistare questo “tuk-tuk” per fare servizio pubblico di trasporto. E poi sono esposte tante ingegnose macchine agricole a supporto dei contadini.

Insomma una provocazione intelligente che dovrebbe fare ricordare a noi, abituati alle modernissime diavolerie tecnologiche dei nostri tempi, che “piccolo” ma soprattutto “semplice” è bello e può anche essere utile.

Grazie,ragazzi.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

lunedì 12 novembre 2012

GIBUTI /NESSU RISPETTO DEI DIRITTI UMANI






Dire che Gibuti è un postaccio, è dire niente.

Bisogna esserci, o almeno esserci stati, per capire cosa significhi questa affermazione.

Tra l’altro dal 2004 i missionari della Consolata di Torino, affiancando le suore che li hanno preceduti, hanno provato ad aprire lì una loro missione, nel cuore dell’Africa musulmana, di cui danno notizia in uno dei loro ultimi bollettini.

E di “consolazione” a Gibuti ce n’è proprio un grande bisogno.

Perché l’amicizia fraterna,la comprensione e la condivisione dei problemi, praticate con adeguata e rispettosa discrezione, aiutano. E non solo i cosiddetti “poveri”.

Del resto niente di più si può fare in casa d’ “altri”.

Ma il mio argomento è l’arresto senza regolare processo di un attivista del luogo, tale Hussien Ahmed Farah, giornalista e oppositore del regime, con una detenzione che dura dallo scorso agosto.

A Hussien è stata negata anche la libertà provvisoria e questo, molto probabilmente, in quanto egi è un appartenente al Movimento per il rinnovamento e lo sviluppo democratico del Paese, il cui Osservatorio ne ha denunciato il caso.

Le accuse infamanti,quando non esiste alcun controllo democratico della macchina giudiziaria, si possono costruire ad arte.

Infatti, il “nostro” giornalista è accusato di partecipazione a “movimento insurrezionale” e, soprattutto, di avere utilizzato documenti falsi per propagandare le sue idee contro un sistema politico monolitico.

Il classico “caso”,da parte della Corte Suprema di Gibuti, di quando il bue chiama cornuto l’asino.

Ma il nocciolo della questione, come in tutta l’Africa, sono principalmente i brogli elettorali relativi all’ultima elezione nel Paese.

Essa ha dato per esito scontato, e con ampia maggioranza, la rielezione a presidente di Ismail Omar Guelleh, al potere dal 1999.

Le autorità gibutine, invece, accusano il giornalista di avere denunciato la mancanza di trasparenza nella chiamata alle urne e di averlo fatto,anche negli anni precedenti le stesse elezioni,allo scopo di creare le condizioni, sobillando gli studenti liceali a boicottarle,a scendere in piazza e a contestarle, con violenza, pubblicamente.

Come, se poi, esistesse altro modo, per smascherare e mettere alla gogna un despota mai pago di potere.

Inoltre Hussien non è messo nemmeno in condizioni di ricusare le accuse contro di lui in quanto gli è stata negata assolutissimamente l’assistenza di un legale.

Ora egli continua a trascorrere dalla scorsa estate i suoi giorni nel “triste” carcere di Gabode e le speranze di uscirne sono ridotte, attualmente, al lumicino.


          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

domenica 11 novembre 2012

"La mano" di Gianfranco Ravasi /Reading da "il sole 24 ore"- Domenica






Il primo articolo che leggo quando, al mattino, ho tra le mani il”Domenicale” de” Il Sole 24ore” è la rubrica Breviario di monsignor Gianfranco Ravasi.

Mi piace cominciare così la mia giornata, perché per me essa è un “input” a riflettere, rimuginando sui concetti espressi, per fare, magari, qualcosa di meglio e di più nel corso dell’intera settimana.

Ravasi, noto biblista, non ha certo bisogno di presentazioni. E, quest’oggi, ci propone quale tema del giorno, e quindi della settimana, “la mano”.

I miei amici artisti (e non solo loro) possono quasi sicuramente intuire, con le dovute differenti angolazioni culturali di ciascuno ,che tipo di considerazioni emergeranno nel discorso.

Intanto la citazione ex-libris è tratta da “La fattoria degli animali” di Orwell.

E si tratta dello slogan che tutti insieme i ribelli gridavano nei confronti dell’uomo :”Quattro gambe buono; due gambe cattivo!”.

E quando gli uccelli, bipedi anch’essi, si ribellano, Palla di Neve, il maiale, dice chiaramente loro che l’arma autentica del nemico, per cui pollice verso nei confronti degli uomini, è la mano.

Ravasi però,subito dopo,elogia l’operato della mano. Come è giusto che sia.

Perché la mano scrive- egli dice- la mano suona, la mano cura, la mano crea, la mano accarezza, la mano accompagna le parole (nel saluto, nella preghiera…etc.)

Ma la mano-continua – è anche quella stessa che impugna le armi, che schiaffeggia, che distrugge, che minaccia e…così via.

E,allora?

E’ tanto strumento capace di dare origine a meraviglie quanto a orrori.

E la proposta di riflessione , che il “nostro” ci prospetta, conclude con un interrogativo molto “particolare” e cioè :”Che cosa faranno oggi  (…domani,poi domani, e l’altro ancora, aggiungo io) queste nostre “mani” nel bene e nel male?”.

Io colgo e passo.

Buona Domenica.

                    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


 In alto "Mani in preghiera" particolare da un dipinto di  Albrecht Durer

KAROWE (BOTSWANA) /ESTRATTO DALLA MINIERA UN DIAMANTE "BLU"








Quasi come accade nelle fiabe, giorni fa,dalla miniera di Karowe, in Botswana, è stato estratto nello stupore generale degli operatori del settore un diamante blu del tipo II, da 9,46 carati.

Il merito o labuona sorte è della compagnia canadese Lucara Diamond Corp.

L’annuncio è stato dato ufficialmente ai “media”, perché si tratta di una pietra molto rara e, per giunta, è il primo esemplare che è stato trovato.

Il diamante sarà messo all’asta il prossimo 26 novembre e nella stessa occasione saranno presentati agli acquirenti più di 57mila carati di diamanti.

La scoperta del diamante blu è molto importante per la miniera di Karowe, le cui viscere, d’ora in avanti, saranno esplorate palmo palmo, senza lasciare nulla d’intentato.

Molto positiva la scoperta certamente per la Lucara Diamond Corp.

C’è da augurarsi solo che lo sia anche per i minatori e le loro famiglie in termini di occupazione e di onesto salario.

          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

sabato 10 novembre 2012

"UNA RIGA SCALDA IL CUORE" /PENSIERO LIBERO






"Una riga scalda il cuore" significa  che la "tua" mano stringe la"mia" e camminiamo insieme. Sempre.
      
  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

LVIA-TORINO /GIOVANI E POLITICI IN DIBATTITO PER UNA SOCIETA' INTERCULTURALE






E’ iniziata ieri e terminerà domani, a Torino, una “tre” giorni per dialogare e riflettere tra pubblico (giovane ma non solo) e politici, in merito a quelli che dovranno essere i diritti all’interno di una molto prossima società interculturale, tutta da costruire con tanta intelligenza e olio di gomito.

L’incontro,organizzato dall’Lvia, una Ong di cooperazione e volontariato internazionale,nasce dalla collaborazione dell’associazione con il Coordinamento Comuni per la Pace della provincia di Torino.

La partecipazione di pubblico,in particolare quello giovanile (circa 60 giovani), proveniente da più parti d’Italia,dove Lvia ha un “suo” seguito e i giovani hanno svolto un lavoro preparatorio, è discretamente numerosa e ha lo scopo prevalente di stabilire un dialogo prolungato per ciascuna realtà italiana, una volta terminati i lavori torinesi, con i decisori politici, appunto, dei territori di appartenenza.

Quello che si vuole da parte degli organizzatori è creare le competenze di partecipazione alla cittadinanza attiva nei giovani tanto italiani che stranieri. E soprattutto sottolineare l’imprescindibilità dell’inclusione sociale e del riconoscimento dei diritti di cittadinanza alle persone straniere. Particolarmente ai , ragazzi e ragazze, di seconda generazione. I figli,nati in Italia, degli immigrati.

Per informazioni : tel. 011.7412507 /mail italia@lvia.it

  
 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

venerdì 9 novembre 2012

SUDAFRICA / JACOB ZUMA SEMPRE PIU' NELLA TEMPESTA/ L'OPPOSIZIONE POLITICA LO CONTESTA










Otto partiti d’opposizione in Sudafrica hanno contestato l’operato del presidente Jacob Zuma, che amerebbe essere rieletto a capo dell’African National Congress, con una mozione di sfiducia in parlamento.

E lo contestano a giusta ragione,in quanto motivano il loro malcontento con tutta una serie di pesanti accuse e sottolineano che l’ANC, il partito di Mandela, oggi, rispetto al suo encomiabile passato, non è altro che la “ burla” di se stesso. In definitiva è soltanto un partito di faccendieri corrotti e di corruttori.

Le accuse variano, appunto, da corruzione continuata a politicizzazione del sistema giudiziario,con le conseguenze immaginabili, che unite hanno condotto il Paese ad un rallentamento notevole nell’economia tanto che la disoccupazione attualmente è ai massimi storici e non riguarda solo le classi meno abbienti.

I denari pubblici finiscono nelle tasche dei politici della cricca di Zuma e lo stesso presidente ha utilizzato denaro pubblico per fini personali e pare che sia accaduto per la ristrutturazione di una sua proprietà nel KwaZulu-Natal.

Di contro i bambini e gli adolescenti ,che frequentano le scuole, non hanno libri di testo su cui studiare.

I minatori, che hanno scioperato contro i padroni delle potenti multinazionali, sono stati presi a fucilate e, addirittura, alcuni di essi(37) uccisi dalla stessa polizia sudafricana, che non ha usato certo il “guanto di velluto”.

Marikana e non solo e sempre la polizia ha giustificato il suo operato come mantenimento dell’ordine pubblico.

Sui licenziamenti, che sono seguiti ai disordini,inoltre c’è stato silenzio assoluto da parte del governo.Silenzio che definire complice èsoltanto un eufemismo.

In conclusione,anche se i politici in sella parlano di stupide modalità da parte dell’opposizione per farsi pubblicità, non sarà facile per Jacob Zuma riottenere consenso.

E la cosa non dispiacerebbe nemmeno all’opinione pubblica generalizzata,che cerca ormai decisamente il “nuovo”, per poter sperare in un futuro prossimo che sia meno a fosche tinte rispetto all’odierno presente.


          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

domenica 4 novembre 2012

"Il COLIBRI' E LA FORESTA IN FIAMME" /SPAZIO DI RIFLESSIONE








Un giorno come tanti, in una foresta africana, per l’eccessiva calura scoppia, all’improvviso, un incendio.

E tutti gli abitanti,terrorizzati come non mai prima, leone in testa, che pomposamente si fregia del titolo di “re”, si danno subito alla fuga, pur di non correre il rischio di morire arrostiti tra le fiamme.

L’unico a non fuggire è un piccolo colibrì che in volo, con una goccia d’acqua nel suo becco, non solo non si allontana ma penetra all’interno della fitta vegetazione con l’intento di riuscire, se ce la fa, a spegnere il fuoco che divampa.

Il leone allora che, di lontano, intanto osserva la scena, si rivolge con sarcasmo baldanzoso all’uccello e gli dice :

“Ma cosa credi di fare? Non vedi che la foresta sta bruciando ?”.

E il colibrì serissimo ,di rimando, risponde :”Faccio la mia parte”.

La storia del colibrì è abbastanza nota, come i più sanno, e appartiene ad un ciclo di antiche favole africane.

E, come tutte le favole, include ovviamente una morale.

E la morale, che è applicabile a un contesto africano ma non solo, è soltanto una modesta proposta di strategia per chi l’ ascolta, che potremmo denominare “strategia del colibrì”.

In poche ma efficaci parole si sottolinea nel racconto che tutti, basta che siano disponibili a “fare”, possono dare un apporto, modesto per quanto esso sia, per cambiare in meglio le “cose”.

Per rendere cioè il mondo,tanto nel vicino che nel lontano, migliore di come è.

Ma perché questo sia, bisogna crederci nella “strategia del colibrì”. E con parecchia umiltà.

E, soprattutto non lasciarsi mai scoraggiare da chi ha già deciso in partenza che non c’è alcun rimedio al disastro.

Insomma è l’impegno dei piccoli gesti quotidiani che fa il mondo e che, molto più spesso di quanto s’immagini, può tramutare anche ciò che è male in bene.

Ed è un impegno, che è fatto di perseveranza.

Esempi, certamente, ce ne sono a iosa.

Ma non starò qui a elencarli.

Per non togliere il piacere della “scoperta”.

Posso, semmai, aggiungere che, per il momento storico che tutti si sta vivendo, a ogni latitudine, non è mai troppo il tempo per fermarsi a riflettere sull’operato del “nostro” colibrì e, soprattutto, sulla sua strategia.


          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

sabato 3 novembre 2012

"FILO ROSSO " /SPAZIO POESIA










Filo rosso

della “mia” storia

che lento ti dipani

e congiungi

due sponde lontane.

E in sequenza

rimandi

ricordi di ieri

ridisegnando

nella memoria

istantanee

di antichi percorsi.

Malinconia cede

il passo a preghiera

che è ascolto.

E il ramo d’acacia

complice il maestrale

batte forte contro

le imposte socchiuse.

E un gabbiano

che vola alto

pare tracci

nell’aria ingrigita

del meriggio

un segno

come di presenza.

         
            Marianna Micheluzzi (Ukundimana )











venerdì 2 novembre 2012

La Bohème /Haiku per celia


L'omino verde della "piccola"storia / aggrappato a una parete già incrinata/ scivolò "lento pede" nel fango della palude. / Che lo fece "suo"./ Falchi e non gabbiani roteavano / quel mattino / nel cielo di un autunno uggioso.

                 Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

giovedì 1 novembre 2012

L'AMICIZIA / TOB E IL CUCCIOLO DI LEONE







Noi, cacciatori di “storie”, almeno per oggi, giorno di festa,abbiamo fatto ritorno nel nostro villaggio africano,ai margini della savana,nella speranza di scoprire, magari, una favola nuova “di zecca” che si possa raccontare a grandi e piccini.

Superato il “limite” tra l’immaginario e il reale, ecco, infatti, che immediatamente ci viene incontro Tob.

Tob,che sta per Tobias, mezzo nudo, pelle d’ebano e capigliatura riccioluta, è un bambino all’incirca di non più di sei anni,della gente samburu, che gironzola tutto il giorno in savana, immaginandosi, nelle sue fantasie, un valente guerriero-cacciatore, perché solo al mondo.

I suoi giovani genitori, infatti, dicono coloro che sanno, che siano morti in un’epidemia di colera qualche anno prima.

Unico riferimento per Tob ,a tarda sera ,quando è stanco e affamato, è quindi la capanna dei nonni e, qualche volta, anche quelle delle persone amiche della comunità del villaggio.

Ma un giorno che il nostro Tob si è spinto in savana un po’ più lontano del solito, s’imbatte casualmente in un cucciolo di leone che,oltre a essere tenero e carino, come un bel gattone gli fa le feste e non esita di domandargli, con le sue moine giocherellone, d’intrattenersi con lui.

Insomma si capisce che lo vuole per amico e a tutti i costi.

E così accade.

Le ore trascorrono per i due “piccini” tra un gioco e l’altro,con una corsa o una simulazione di caccia molto piacevolmente, senza che essi si accorgano affatto dello scorrere del tempo, e la notte africana, che se non sei al riparo mette i brividi, li sorprende.

Nel buio ,che non consente di distinguere, mamma leonessa esce, pertanto,com’ è giusto che sia, a cercare il suo cucciolo e lo trova senza troppe difficoltà, perché conosce bene le abitudini e i percorsi del piccoletto.

Mamma leonessa ,però, non sa niente di Tob e avvistatolo,in me che si possa dire, per istinto,felino quale essa è, si slancia per afferrarlo e vorrebbe azzannarlo,soddisfatta d’essersi procurata,senza neanche troppe fatiche, una gustosa e abbondante provvista di carne per l’indomani.

Il cucciolo, resosi conto del pericolo che corre l’amichetto, contrasta ,immantinente, con la sua agilità e i suoi scatti da quasi acrobata , mamma leonessa, la quale si rassegna alla resa e batte in ritirata senza contrasti.

Ella ha capito appunto, in un baleno , che il suo cucciolo non è ormai più tale.

Pertanto Tob e l’amico cucciolo di leone, che non ha seguito la sua mamma, ora hanno capito d’essere maturi, quasi come i grandi, e che è giunto per loro il momento di dare davvero prova di autonomia .

Perciò per Tob niente più capanna dei nonni ma acacie giganti sotto le stelle per dimora e poi frutti ed erbe d’ogni genere per nutrimento. Se non ,addirittura,cacciagione fresca quando si ha fortuna.

E il cucciolo di leone lo segue ma mettendosi alla prova in quelle che sono le sue di specifiche abilità. Cioè “cucciolo” si esercita a fare il “leone”.

Nessuno è invadente con l’altro. Si muovono in parallelo e si rispettano. E sono sopratutto felici di essere assieme.

Un bel giorno, però, trascorsi già parecchi anni, Tob avvista, anche questa volta per caso,com’era successo con il cucciolo di leone, una carovana di pastori samburu in marcia alla ricerca di verdi pascoli per il proprio bestiame.

Ci sono uomini, donne, anziani e bambini. E anche splendide fanciulle in fiore.

Gli occhi “dolci” e il sorriso accattivante di una bella “samburetta” coinvolgono per intero il “nostro” Tob, dalla testa ai piedi (è proprio il caso di dire), ed egli sceglie così, senza troppo riflettere, di seguire i pastori nei loro spostamenti.

Il cucciolo di leone, che ormai non è più tale da un pezzo, assiste da lontano alla scena, comprende tutto e si allontana in fretta (probabilmente per non farsi vedere ammagonato dall’amico) ma anch’egli , dietro un riparo, è atteso da una giovanissima scattante leonessa, che gli fa l’occhiolino.

E con lei s’incamminano in direzione opposta rispetto a quella della carovana.

Tob e il “cucciolo, non più cucciolo, s’incontreranno ancora, un giorno? Quando avranno magari entrambi fatto famiglia?

A me piace pensare di sì.

Perché l’amicizia, spesso fatta di casualità, quando è sincera e autentica, supera ogni ostacolo.

E accade a ogni latitudine. E gli animali, come e più degli umani, come il “nostro” cucciolo di leone, sono capaci di privilegiarla e di rispettarla.

L’uomo,invece, qualche volta fa cilecca.



Marianna Micheluzzi (Ukundimana)