domenica 1 settembre 2013
L'Italia e gli immigrati /E' una cosa piuttosto "seria"
Gli ultimi sbarchi di agosto sulle coste italiane inducono, di necessità, i benpensanti a maturare una riflessione seria sul tema dell’immigrazione, che non è più tramandabile.
E questo, essendo prossimi ad un certissimo autunno caldo in merito alla “questione” lavoro, merce rarissima di questi tempi e, dentro fino al collo, a quella che è la crisi economica generalizzata del paese.
Non fosse altro che a garanzia della pace sociale.
Prevenire i mali piuttosto che curare il malato, quando ormai il suo malanno si è fatto irreversibile, sappiamo tutti che è intelligenza del sanitario competente.
Seguendo le news che ci arrivano dall’Africa, via web, non possiamo dire di ignorare i tanti drammatici problemi di politica interna, che vivono nel presente parecchie nazioni africane.
Inoltre c’è la patata bollente della Siria, che fa temere una “terza” guerra mondiale e c’è da tenere a mente che cos’è , oggi , la “questione mediorientale nel suo insieme (fondamentalismo islamico a oltranza e in più lotta acerrima e infinita tra israeliani e palestinesi), la quale “questione”, checché si dica, non consente affatto sonni tranquilli all’Europa.
Specie all’Europa mediterranea. Un’ Europa che, come l’Italia, è tutta, che le piaccia o meno, bisognosa di importanti riforme istituzionali interne, nei singoli stati, e che se la deve vedere con le prossime elezioni tedesche, sperando di riuscire ad essere sempre meno germanocentrica.
Essendo al momento gli immigrati da noi, rispetto al passato, un numero piuttosto consistente di persone (uomini, donne, bambini) e ,per giunta, con una buona percentuale di lungo-residenti ( esclusi ovviamente gli irregolari per i quali occorre provvedere, legislazione alla mano e accordi con il Paese di provenienza, al rimpatrio volontario) necessita da noi , senza esitazione, il rinnovo degli strumenti di governo del fenomeno.
E’ limitativo e,spesso infruttuoso nei risultati,infatti, basare gli ingressi sulla sola richiesta del datore di lavoro (impresa o famiglia). Probabilmente con la reintroduzione del permesso di soggiorno inteso come ricerca di lavoro ma su garanzie probanti, le cose potrebbero andare meglio. E meglio ancora sarebbe il trasformare i permessi di studio attuali in permessi di ricerca di lavoro.
Un compito,questo delle funzioni e competenze in merito, di cui potrebbero farsi carico gli enti locali come, ad esempio, i comuni.
E,soprattutto, per cercare di alleggerire l’impegno delle forze di polizia da destinare, semmai, ad altrettanti importanti, utili quanto differenti compiti.
Caduta nel dimenticatoio, per di più, la programmazione triennale dei flussi migratori,prevista dalla Turco-Napolitano, rimasta in piedi la Bossi-Fini con tutta la gragnuola dei suoi “buchi”, si potrebbe pensare magari ad un’agenzia indipendente, i cui membri sarebbero designati dalla presidenza del Consiglio e approvati dalle commissioni parlamentari , quelle competenti in materia, per dare al Governo in carica le linee guida per programmare flussi e monitorare poi, a modo di consuntivo, a posteriori, l’efficacia delle politiche medesime messe in atto nel periodo stabilito.// (m.m.)
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Tkatr immigrazione greco verso l'Europa a causa delle condizioni economiche e dei problemi sociali Katra
RispondiEliminaIl sogno immigrati Baltroh e fama nel mondo dell'arte e dello sport
Per esempio, il mio paese di corridoio di migrazione è Craeihotaml l'membri a combattere con tutti i mezzi
Ma trafficanti di esseri umani a Aaradwn prezzo