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giovedì 1 novembre 2012

L'AMICIZIA / TOB E IL CUCCIOLO DI LEONE







Noi, cacciatori di “storie”, almeno per oggi, giorno di festa,abbiamo fatto ritorno nel nostro villaggio africano,ai margini della savana,nella speranza di scoprire, magari, una favola nuova “di zecca” che si possa raccontare a grandi e piccini.

Superato il “limite” tra l’immaginario e il reale, ecco, infatti, che immediatamente ci viene incontro Tob.

Tob,che sta per Tobias, mezzo nudo, pelle d’ebano e capigliatura riccioluta, è un bambino all’incirca di non più di sei anni,della gente samburu, che gironzola tutto il giorno in savana, immaginandosi, nelle sue fantasie, un valente guerriero-cacciatore, perché solo al mondo.

I suoi giovani genitori, infatti, dicono coloro che sanno, che siano morti in un’epidemia di colera qualche anno prima.

Unico riferimento per Tob ,a tarda sera ,quando è stanco e affamato, è quindi la capanna dei nonni e, qualche volta, anche quelle delle persone amiche della comunità del villaggio.

Ma un giorno che il nostro Tob si è spinto in savana un po’ più lontano del solito, s’imbatte casualmente in un cucciolo di leone che,oltre a essere tenero e carino, come un bel gattone gli fa le feste e non esita di domandargli, con le sue moine giocherellone, d’intrattenersi con lui.

Insomma si capisce che lo vuole per amico e a tutti i costi.

E così accade.

Le ore trascorrono per i due “piccini” tra un gioco e l’altro,con una corsa o una simulazione di caccia molto piacevolmente, senza che essi si accorgano affatto dello scorrere del tempo, e la notte africana, che se non sei al riparo mette i brividi, li sorprende.

Nel buio ,che non consente di distinguere, mamma leonessa esce, pertanto,com’ è giusto che sia, a cercare il suo cucciolo e lo trova senza troppe difficoltà, perché conosce bene le abitudini e i percorsi del piccoletto.

Mamma leonessa ,però, non sa niente di Tob e avvistatolo,in me che si possa dire, per istinto,felino quale essa è, si slancia per afferrarlo e vorrebbe azzannarlo,soddisfatta d’essersi procurata,senza neanche troppe fatiche, una gustosa e abbondante provvista di carne per l’indomani.

Il cucciolo, resosi conto del pericolo che corre l’amichetto, contrasta ,immantinente, con la sua agilità e i suoi scatti da quasi acrobata , mamma leonessa, la quale si rassegna alla resa e batte in ritirata senza contrasti.

Ella ha capito appunto, in un baleno , che il suo cucciolo non è ormai più tale.

Pertanto Tob e l’amico cucciolo di leone, che non ha seguito la sua mamma, ora hanno capito d’essere maturi, quasi come i grandi, e che è giunto per loro il momento di dare davvero prova di autonomia .

Perciò per Tob niente più capanna dei nonni ma acacie giganti sotto le stelle per dimora e poi frutti ed erbe d’ogni genere per nutrimento. Se non ,addirittura,cacciagione fresca quando si ha fortuna.

E il cucciolo di leone lo segue ma mettendosi alla prova in quelle che sono le sue di specifiche abilità. Cioè “cucciolo” si esercita a fare il “leone”.

Nessuno è invadente con l’altro. Si muovono in parallelo e si rispettano. E sono sopratutto felici di essere assieme.

Un bel giorno, però, trascorsi già parecchi anni, Tob avvista, anche questa volta per caso,com’era successo con il cucciolo di leone, una carovana di pastori samburu in marcia alla ricerca di verdi pascoli per il proprio bestiame.

Ci sono uomini, donne, anziani e bambini. E anche splendide fanciulle in fiore.

Gli occhi “dolci” e il sorriso accattivante di una bella “samburetta” coinvolgono per intero il “nostro” Tob, dalla testa ai piedi (è proprio il caso di dire), ed egli sceglie così, senza troppo riflettere, di seguire i pastori nei loro spostamenti.

Il cucciolo di leone, che ormai non è più tale da un pezzo, assiste da lontano alla scena, comprende tutto e si allontana in fretta (probabilmente per non farsi vedere ammagonato dall’amico) ma anch’egli , dietro un riparo, è atteso da una giovanissima scattante leonessa, che gli fa l’occhiolino.

E con lei s’incamminano in direzione opposta rispetto a quella della carovana.

Tob e il “cucciolo, non più cucciolo, s’incontreranno ancora, un giorno? Quando avranno magari entrambi fatto famiglia?

A me piace pensare di sì.

Perché l’amicizia, spesso fatta di casualità, quando è sincera e autentica, supera ogni ostacolo.

E accade a ogni latitudine. E gli animali, come e più degli umani, come il “nostro” cucciolo di leone, sono capaci di privilegiarla e di rispettarla.

L’uomo,invece, qualche volta fa cilecca.



Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

       
              

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