Non sono trascorsi molti giorni che, nella cittadina tanzaniana di Morogoro, in Tanzania, si sono incontrati, intorno alla rivista “Enendeni” e al suo direttore, p. Francesco Bernardi, i missionari della Consolata, alcuni di quelli presenti sul territorio, per discutere di strategie rispondenti a realizzare un’animazione missionaria nel Paese che, a prescindere dal numero di eventuali possibili vocazioni sacerdotali, che pur ci sono e continueranno ad esserci, faccia dei tanzaniani sopratutto degli uomini autentici e degli onesti cittadini, cancellando, per quanto possibile in quel contesto, con tutte le sue enormi difficoltà per la gente comune, più tracce possibili, dove ancora sussistono, d’ ingiustizia e povertà.
Il contesto dell’incontro a Morogoro era d’internazionalità come accade spesso e un po’ dappertutto, di questi tempi, nelle differenti case missionarie dei “nostri” consolatini nei diversi continenti. Europa, e quindi Italia, inclusa.
Erano presenti, infatti, oltre all’italiano p. Bernardi, missionari keniani, congolesi e tanzaniani.
Si è partiti nella fase introduttiva dell’incontro con una valutazione di ”Enendeni” che, come si è già detto in altre occasioni, redatta in swahili, è letta e molto apprezzata in tutto il Tanzania per i suoi contenuti, in ambienti cattolici ma non solo.
E questo sarà, gioco forza, ulteriore stimolo, per direttore e rosa di collaboratori, di arricchirla di contenuti perché sia, a tutti gli effetti, nel tempo, la rivista della famiglia.
Poiché esiste a Bunju, a pochi chilometri da Dar es Saalam, un Centro d’animazione missionaria, come ben sappiamo, si è anche e sopratutto parlato di diffondere tramite depliant tutte le iniziative del “Consolata Mission Centre”, in modo tale che l’informazione raggiunga più agevolmente le persone interessate. Che poi, in questo caso, sono nello specifico i giovani studenti o i giovani lavoratori del posto che, a detta di chi conosce bene il contesto, hanno limitate occasioni di crescita culturale e formativa in generale. Se, appunto, non approfittano di opportunità di questo genere.
Ma non mancano a questi appuntamenti anche associazioni d’impegno civile (alcune al femminile e di donne musulmane come si è già avuto modo di vedere) e movimenti non strettamente di confessione cristiana.
Concludendo, sono tantissimi gli “input” che “Enendeni” ,e a partire da “Enendeni”, possono venire fuori, inattesi, proprio come il”coniglio dal cilindro”.
Questa poi, in definitiva, è la sfida, che è rivolta al prestigiatore, baba Francesco, e a tutti i suoi collaboratori.
Un bel fardello senza dubbio. Ma nulla è impossibile quando fede significa azione.
Auguri, allora, baba Francesco e amici tutti e, soprattutto, augurissimi, Tanzania.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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