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lunedì 23 aprile 2012

AMBIENTE E' IMPORTANTE /ANCHE L'AFRICA L'HA CAPITO







L’Earth Day, una giornata speciale come quella vissuta ieri per una riflessione seria sulle condizioni del nostro Pianeta, è stato e rappresenta un invito a proteggerne ovunque nel mondo le risorse naturali, che sono poi, senza retorica alcuna, la nostra stessa vita e quella delle generazioni che verranno dopo di noi.
In Africa, ma non solo, il problema del taglio indiscriminato delle foreste c’è ed è quel “quid” che va assolutamente risolto anche se c’è tutta la consapevolezza che, in certe realtà e incerti contesti, non può esserci ovviamente una coscienza ecologica come la si può intendere in Occidente.
Va aggiunto, per onestà, tuttavia che gli abitanti delle zone rurali dell’Africa non sono certo loro la causa dei disastri ambientali, in quanto obbligati ad utilizzare la legna per cucinare e per riscaldarsi, lì dove appunto non c’è altro.
Speculazioni e responsabilità vanno, senza ombra di dubbio, e lo sappiamo bene , ricercate altrove.
Governi ladri e compiacenti, uniti a multinazionali del settore in cerca di affari facili e a buon mercato sono proprio come “il gatto e lavolpe”di collodiana memoria
Pertanto l’eurodeputata austriaca Elisabeth Costinger si è fatta latrice, che è poco, presso il Parlamento europeo,che lo ha ratificato in tempi brevi, di un provvedimento riguardante l’Unione Europea e i diversi governi africani in merito al fatto che si possono accettare in Europa solo legni certificati, proprio perché si abbia nel mondo, d’ora in avanti, esclusivamente un’ industria e un commercio del legno sostenibili.
Le risorse forestali strettamente riguardanti l’Africa sono a tutt’oggi appena il 20% del totale del continente africano. Possiamo immaginare il significato di tale depauperamento.
Gli accordi firmati in precedenza con i Governi africani riguardavano già il Camerun, il Ghana e il Congo Brazzaville.
Ultimi in ordine di tempo, qualche giorno fa, sono arrivati a firmare anche i Governi della Liberia e della Repubblica Centrafricana.
Sono attesi, sempre dall’Africa, gli accordi governativi con il Gabon e con la Repubblica Democratica del Congo.Anche se per quest’ultima la strada sarà molto in salita.
Fuori dall’Africa gli accordi già stipulati con l’Unione Europea riguardano Indonesia, Malesia e Vietnam.
Cambiando tema, ma l’argomento è ugualmente di vitalissima importanza per la sopravvivenza del Pianeta, lo scorso 19 aprile si è svolta a Tunisi, per la quarta volta, la consueta Assemblea generale dell’Osservatorio Sahara-Sahel, di cui i “media” hanno già dato ampiamente notizia a proposito delle supposte enormi risorse idriche giacenti nel sottosuolo dell’Africana sub- sahariana, i cui governi devono pensare solo ad elaborare adesso dei quadri giuridici che ne consentano il reciproco utilizzo agli interessati.
Dei 27 Paesi facenti parte dell’Assemblea, 22 sono le nazioni africane e 5 sono le occidentali( Italia, Canada,Francia,Germania, Svizzera).
L’obiettivo, anche per l’acqua, bene insostituibile e dunque prezioso, è quello di creare un partenariato Nord-Sud.
Possibilmente, però, senza fare ricorso a furbizie prevedibili.
In conclusione, solo una corretta e responsabile gestione dell’ambiente da parte di tutti, a tutte le latitudini, consentirà agli umani come alle altre specie vitali di poter continuare a sopravvivere. O meglio di vivere com’era al principio dei tempi quando tutte le cose erano buone.
L’Africa l’ha capito, il resto del mondo deve per forza di cose andarle dietro.






A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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