Powered By Blogger

Cerca nel blog

mercoledì 25 aprile 2012

RIPRESA TURISTICA IN TUNISIA / MA SI PUO' E SI DEVE FARE DI PIU'





Il turismo in Tunisia ha costituito da sempre una voce importante della sua bilancia commerciale e, solo a causa della Rivoluzione dei Gelsomini prima,che però ha portato libertà, e degli eventi bellici nella vicina Libia dopo,essa ha visto purtroppo, da un anno a questa parte, calare notevolmente il flusso di denaro proveniente da questo genere di entrate.
In particolare le ha viste e sofferte strettamente quel 25% della popolazione, che si occupava proprio di turismo e che presumibilmente continuerà a farlo anche in un futuro prossimo.
Indotto incluso naturalmente .Il che non è cosa niente affatto trascurabile, considerando il bisogno di lavoro che c’è.
Ma, a quanto riferiscono fonti ben informate del ministero del turismo tunisino, pare proprio che in questi giorni si registri invece, e stranamente, un’inversione di tendenza nel Paese maghrebino e si può già rilevare una discreta presenza di turisti stranieri, dai giapponesi ai francesi(mancano gli italiani), che riprendono ad affollare le sue incantevoli e rinomate spiagge .
E questo per la gente del posto significa, finalmente, poter riprendere un attimo fiato e guardare in avanti con una certa relativa tranquillità.
A Hammamet, ad esempio, i lavori di pulizia e di restauro del locale casinò fervono.
E si può ben supporre che, presto, molto presto, esso riaprirà definitivamente i battenti e accoglierà, come faceva del resto in passato(Craxi e amici insegnano), gli amanti del tavolo verde.
Così come Cartagine, certamente per un altro tipo di utenza, è la meta che non può non convogliare, numerosi, tutti coloro che, provenienti da ogni parte del mondo, sono appassionati di archeologia e di storia dell’Africa punica e romana.
E anche qui, a Cartagine , ovviamente la gente del luogo lavora, dandoci sotto con olio di gomito, per offrire il meglio che può a chi arriva.
E, ancora, per un turismo decisamente “sans souci”, come resistere al fascino ammaliatore del famoso villaggio degli artisti a Sidi Bou Said, a pochi chilometri da Tunisi, che merita d’essere visitato per provare, almeno una volta nella vita, il brivido di lasciarsi coinvolgere da quelli che sono i suoi colori, i suoi suoni e gli odori, così terribilmente caratteristici?
Per non parlare poi delle passeggiate nelle medine cittadine, tra i banchi stracolmi di mercanzie accattivanti e con i venditori esperti ,che invitano senza remore, quasi sfacciatamente, il turista ad acquistare, ad ogni passo.
Certamente non dobbiamo immaginare un libro dei sogni e perché tutto funzioni a pieno regime occorrerà un po’ di pazienza in più da parte dell’ospite anche perché le magre entrate del Paese non consentono il” tutto” e il “subito” alla perfezione.
E forse bisognerà anche essere capaci di chiudere un occhio o due per non vedere i carri-armati che ancora sono lì, in Avenue Bourghiba, a Tunisi.
Ma, intanto, tutta una serie di accordi, anche con il Governo italiano, sono in corso di trattative, specie per quel che riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico. Ed è un grande bene.
Accordi che si sperano sul serio vadano a buon fine, perché la Tunisia, data la brevità delle distanze, in termini di miglia marittime, è proprio, se per caso non ce ne fossimo accorti, la nostra quarta sponda.
E i tunisini, oltre alla loro proverbiale accoglienza, amano, anche per ragioni storiche, l’Italia e gli italiani.
Solidarietà, in questo caso, sarebbe anche quella di dare una mano alla ripresa del loro turismo piuttosto che andare alla ricerca di quelle terre lontane dai nomi impronunciabili e, di questi tempi, tanto modaiole.
Esotiche anch’esse certo ma, magari , a rischio tsunami.




A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Nessun commento:

Posta un commento