giovedì 1 agosto 2013
ANTICO E' CONTEMPORANEO /ARTE E' SCIENZA E NON E' SCIENZA
Sgombriamo subito il campo da equivoci e diciamo che gli artisti, a mio parere ( e non solo il mio di parere) non dovrebbero affatto, e per nessuna ragione al mondo, seguire le mode del momento o i capricci dell’ acquirente, assecondandone furbescamente i gusti, e riuscire infine a vendere il proprio prodotto finito. Anche se vendere, si sa, che è importante per chi pratica l’ARTE.
E’, infatti, ciò che gli occorre, molto spesso, per riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena. Ecco ,allora, che capita che, in certe circostanze, non si facciano troppi distinguo.
L’artista per dirsi tale deve possedere essenzialmente quella che si definisce, coram populo, creatività espressiva.
Se non crea,se non è un autentico creativo, e si limita a ricopiare, a imitare, è giusto il dilettante volenteroso. Lodevole esercizio di buona volontà per acquisire magari confidenza con il “sogno” artistico. Niente di più. L’artista, appunto, del tempo libero o della domenica.
ARTE (pittura, scultura, architettura, fotografia etc.) poi è scienza nella misura in cui implica uno specifico bagaglio di “attrezzi” ossia tecniche, scelta dei materiali, sensibilità al colore, conoscenze culturali pregresse. Senza strumenti è impossibile progettare e realizzare. Ex nihilo nihil.
E scienza significa anche miglioramento delle tecniche nel tempo.
Non è scienza, al contempo, quando il raggiungimento del progetto concluso è supportato in itinere da forti emozioni dell’artista, ben sposate però, attenzione, ai mezzi a sua disposizione per realizzarlo.
L’emozione è motivazione per l’artista. Senza non c’è creazione alcuna che possa dirsi parto dell’ingegno. E l’occhio attento dell’osservatore questo lo coglie immediatamente. Il BELLO è di rigore anche nel brutto, nel deforme, nello sciatto. E’ l’ossimoro per eccellenza. Il “Bello” del brutto.
Mi viene in mente “L’angelo del focolare” di Max Ernest (il trionfo del surrealismo) o sempre dello stesso autore “Ubu Imperatore”.
E ancora, tra i “grandi” abbastanza vicini a noi nel tempo, il Picasso di “Guernica”,suggerita all’artista dalle atrocità della guerra civile spagnola. Tanto che la scelta del bianco e nero non è casuale.
Che “Antico “ sia “Contemporaneo”, a riprova, basta solo una passeggiata, in questi giorni, sotto le “Arcate severiane”, a Roma, dove è in corso una esposizione d’arte contemporanea, i cui artisti (Jannis Kounellis e le sue pietre, le Combattenti di Marisa Albanese, i calchi in gesso di Nino Longobardi, che definiresti parlanti e mobili e tanti altri grossi nomi del panorama artistico italiano contemporaneo) sposano felicemente i loro prodotti artistici con le archeologie del passato imperiale romano tanto da meritarsi il titolo di postclassici.
E ricordano anche al più digiuno dei visitatori l’antico inteso ,sia pure nella sua manifestazione di rovina o di frammento, quale metafora dello scorrere del tempo e, proprio perché “frammento”, passato o presente che sia, linea atemporale portatrice di valori assoluti.
Che poi è il compito precipuo dell’Arte in ogni epoca storica.
( m.m.)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento