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mercoledì 7 agosto 2013

Sud Sudan /Difficile riconciliazione /La radio può dare una mano

Sono trascorsi due anni dalla nascita,all’epoca felicemente salutato, del Sud Sudan indipendente ma ciò che più conta, e che ha nome pacificazione interna, preludio di crescita umana e di sviluppo economico, manca ancora. Guerriglie interne e nemico esterno destabilizzano di continuo l’attività politica. L’impegno per un cambiamento dello stato di cose in positivo deve essere profuso dalle autorità e dai cittadini comuni,nonché dalle organizzazioni umanitarie presenti, soprattutto in questa direzione. Pervenire cioè assolutamente alla riconciliazione degli animi. E prima di tutto in casa propria. E bisogna farlo pur con la consapevolezza della scarsità di mezzi a disposizione sui quali poter contare. Il Sud Sudan, infatti, è ricco di petrolio e di minerali pregiati nel sottosuolo ma vive, nel quotidiano, tranne la solita cerchia ristretta di privilegiati (lobbie politiche) di magra agricoltura e di pastorizia. E senza Karthoum, la capitale del nord musulmano, e le sue infrastrutture, farebbe in realtà poco o quasi niente. A fianco della richiesta di un serio e scontato compito, che è domandato, com’è ovvio che sia, ai suoi politici e alla società civile in generale, c’è un progetto in corso dei missionari comboniani laggiù, che, a mio parere, merita tutta la nostra attenzione. E che mi fa piacere segnalare per quella che personalmente ritengo, dato il contesto locale, la sua impagabile utilità. Mi riferisco a Catholic Radio Network(CRN). Grazie ad operatori locali, a Juba, capitale del Sud Sudan, si forniscono all’intero Paese informazioni, si fa formazione civica, si tengono lezioni di alfabetizzazione, si insegna igiene e profilassi, utile soprattutto a mamme e bambini, residenti nei villaggi rurali,lontanissimi da ogni forma di assistenza medico-sanitaria. L’indice d’ascolto,dicono quelli che ci lavorano, si aggira intorno ai 4milioni di persone. E non è poco. Ora occorre, perché il progetto prosegua,un aiuto economico e i missionari lo chiedono con molta franchezza. Esso servirebbe a pagare il personale locale che vi lavora e provvedere a sostenere la struttura in sé con tutte le otto stazioni radio dislocate in altrettante periferie del Paese. Chi volesse saperne di più e fare qualcosa si rivolga alla Fondazione Nigrizia onlus dei missionari e delle missionarie comboniane,con sede a Verona, e reperibile quale indirizzo email agevolmente anche in internet.(m.m.)

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