venerdì 30 agosto 2013
Somalia / Imprescindibile la stabilità politica per il suo sviluppo a breve
Tutto il mondo guarda con simpatia agli sforzi del nuovo governo politico somalo e concorre a sostenerlo, come può, e a renderlo il più possibile esente da assurde conflittualità anche interne, in quanto è auspicabile che il Paese, la Somalia, ritorni, dopo anni e anni difficilissimi, ad essere terra di pace sociale e d’investimenti redditizi.
Inciampo su questo percorso si era frapposto, come ben sappiamo, giorni addietro, il caso di “ Kismayo”, città strategica, rivendicata nella spartizione territoriale dalle regioni del Basso e Medio Juba e di Gedo (Stato federale del Jubaland) e, finalmente, risolto dopo lunghe discussioni che è poche ore, ad Addis Abeba (Etiopia), in sede UA (Unione Africana).
Ciò significa che Kismayo (porto e aeroporto) rimarrà solo per sei mesi sotto la gestione del governo centrale somalo, com’è adesso, per poi passare sotto le direttive di un organismo specifico, i cui componenti saranno nominati a febbraio prossimo.
Nel mentre la giornata del 16 settembre, a Bruxelles (UE), si prenderanno in esame e si discuterà della validità di alcuni progetti e di finanziamenti opportuni per la Somalia .
Nulla è facile laggiù in situazione (è quello che ci dicono gli osservatori di “cose” somale), anche se questa opzione per Kismayo, in un quadro complesso, ha senz’altro del positivo, perché è noto che il parlamento di Mogadiscio è bloccato da troppi mesi e la creazione di un apparato di sicurezza stenta parecchio a decollare. Mentre sappiamo bene, per l’uno e per l’altro, quanto una loro funzionalità efficiente sarebbe necessaria. //(m.m.)
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