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lunedì 18 marzo 2013

"69 Tappi Rossi" di Valerio Pisano/ Leggere Arte







Opera- oggetto di culto e per un duplice motivo. E cioè vita e arte in congiunzione.

Questa è la simbologia cui rimanda il “lavoro” di Valerio Pisano.

Da una parte abbiamo la mitica penna “bic”,comparsa nei tardi anni ’50, possedere la quale era allora un’autentica goduria a paragone dell’inchiostro e dei classici pennino e calamaio.

E immaginiamo, allora,anche un giovane imberbe che scrive le sue prime lettere d’amore ad un’adolescente coetanea, che lo attrae e lo fa sognare.

E che lo fa servendosi, appunto,della “bic rossa”.

Il giovincello ne scrive tante di queste lettere-fiume (scrive e riscrive ancora) fino ad arrivare ad un certo numero (il numero qui ha una “forte” valenza simbolica).

E non succede nulla.

Mutato scenario e contesto, un bel giorno ,il nostro, deluso per i mancati approcci agognati, abbandona i tappi della “bic” rossa in un cassetto.

Passato del tempo, uomo maturo e ora artista, ritrova poi inaspettatamente i suoi “trofei” .

E , per richiamare indietro un tempo ormai andato, li riordina e li assembla disponendoli su cartoncino trattato, che applica su legno e incornicia.

Una simpatica storia d’amore. Certo. Una delle tante forse possibili storie, che hanno dato lo spunto a Valerio Pisano per la realizzazione della sua opera.

L’ amore cioè che si fa arte nella rivisitazione adulta.
Un amore pulito come può essere quello di giovani alle prese con le prime goffe autistiche manovre amorose, che non consentono di bruciare le tappe ma che si limitano a esternare l’eros attraverso la “parola”.


      a cura di Marianna Micheluzzi

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