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domenica 24 marzo 2013

VERONICA chiamata "VERO"/Riflessione di p.Giuseppe Inverardi (IMC),missionario in Tanzania








Vero e’ una bambina di 11 anni, che ha appena cominciato a frequentare il catechismo per la prima comunione. Abita in un villaggio distante 25 km dalla chiesa parrocchiale, per cui non la conosco bene. All’improvviso si ammala di un virus non identificato, rimane paralizzata, spesso soffre dolori atroci. Ogni volta che mi reco al villaggio le faccio visita. E ogni volta sempre piu’ gente attorno a lei. Non solo le sue compagne e i suoi compagni di scuola, ma anche giovani e adulti. Sono decine e decine. Mi meraviglio e domando in che cosa consista la forza di attrazione di una bambina di 11 anni.



Le testimonianze sono semplici: “Vero e’ buona. Vero sorride sempre. Vero ha una parola per ciascuno. Vero prega per tutti. Accanto a Vero si sta bene. Vero ispira serenita’. Vero dice che ci vuole bene e ci incoraggia a volerci bene.” Mi avvolgo nel mio scetticismo. Io sono tra i ‘sapienti’ che trovano difficile credere nella sapienza evangelica dei piccoli, nella sapienza della grazia.



Vero insiste che desidera ricevere la prima comunione prima di morire. Mi schernisco. La rassicuro che continuera’ a vivere e che il catechista verra’ a insegnarle catechismo. Essendo diventato curioso, le faccio visita piu’ frequentemente. La gente aumenta attorno a lei. La sua insistenza per ricevere l’Eucaristia mi infastidisce. Non cede, e mi sfida: “Padre, fammi l’esame, poi deciderai.” Non posso sottrarmi alla sfida. La vincero’ io! Che cosa puo’ sapere Vero dell’Eucaristia?



Fisso il giorno dell’esame. Numerose domande a tranello. Le sue risposte sono semplici ma corrette. Mi diletto a tormentarla: perche’ dovrei cedere? Con mio disappunto mi devo arrendermi, ma ancora non fisso il giorno della prima comunione. Rifletto e medito. Mi convinco che la sofferenza insegna piu’ del catechismo. Mi convinco, come afferma Sant’Agostino, che c’e’ un Maestro interiore. E’ da lui che Vero e’ stata istruita!



Fisso il giorno. E’ il giorno del suo compleanno, festa di Sant’Agnese. A chi le propone di vestire un abito bianco Vero dice: “Ma gia’ il mio cuore e’ bianco.” A chi le parla di regali, Vero risponde: “A me basta Gesu’.” A chi la compatisce per essere nella sofferenza, Vero dice: “Non e’ ancora la croce di Gesu’.” E sorride, sorride!



Quando arrivo con l’Eucaristia, prima di riceverla, Vero chiede di poterla adorare un poco. Invita tutti a inginocchiarsi. Li fa pregare e cantare. Lei e’ tutta sorriso e gioia, raccoglimento e preghieraa. Riceve l’Eucaristia. Io la guardo, mi commuovo, piango. Mi ha vinto!



Passano pochi giorni e Vero compie la sua pasqua. Quando arrivo per il funerale non credo ai miei occhi. Mai vista una folla cosi’ a nessun funerale. Commentano: “Tutto, proprio tutto il villaggio e’ qui.” Che mistero questa ragazza di 11 anni! Con la sua parola, preghiera e sofferenza ha toccato e cambiato il cuore e la vita di tutti. Con la sua morte il villaggio e’ risuscitato. La solidarieta’ si e’ moltiplicata. L’impegno apostolico si e’ fatto piu’ intenso, e ogni domenica e’ veramente Pasqua per la partecipazione intensa e viva dei fedeli.



p. Giuseppe Inverardi (IMC)



P.S. Non ho mai scritto questa esperienza perche’ sa di incredibile. Ma perche’ tenere nascosta una perla, che per me me e’ sempre stata preziosa?

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