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venerdì 20 luglio 2012

NO ALL'INFIBULAZIONE DA PARTE DEL TRIBUNALE IN COSTA D'AVORIO / ACCADE A KATIOLA







La Corte di Katiola, una città nel nord della Costa d’Avorio ha condannato ad un anno di carcere e ad una salatissima multa ben 9 donne del luogo, tutte di differente età (da 46 a 91 anni), in quanto colpevoli d’infibulazione o comunque di aver assistito e partecipato a tale cerimonia rituale,che si rivolge a donne-bambine.
Una pratica, questa,ormai considerata nell’Africa moderna qualcosa di ancestrale e di terribilmente pericoloso. Rifiutata spesso dalle stesse donne, le madri delle preadolescenti.
E’ la prima volta che accade una cosa del genere e, senza ombra di dubbio, può essere considerata davvero una condanna esemplare da parte di un tribunale se si tiene conto che in Costa d’Avorio, da moltissimo tempo, si combatte ufficialmente contro tale pratica con numerosi programmi di sensibilizzazione, rivolti sopratutto al mondo femminile ma anche maschile.
E chiaramente nel corso degli incontri i formatori e le formatrici non fanno altro che evidenziare la pericolosità dell’infibulazione e dei danni conseguenti, nonché permanenti, alla salute della donna.
In precedenza tuttavia, sempre in Costa d’Avorio, quando si scoprivano le responsabili di tali pratiche, in genere donne, c’era solo un’ammonizione pubblica presso un posto di polizia locale o comunque, volendo, si chiudeva addirittura un occhio se non tutti e due.
Ecco perché, fermo restando la difficoltà di mandare nel dimenticatoio certe disumane tradizioni,oggi non più ammissibili, è da salutare con un grande plauso quanto è accaduto a Katiola.
Esiste un divieto del parlamento già dal 1998 ma le cifre ci dicono che nel Paese, specie nel nord e nell’ovest, la percentuale delle donne-bambine, che si sottopongono all’infibulazione oscilla ancora tra il 36% e il 42%.
E non è raro che comunità trasferitesi da quelle aree la pratichino anche ad Abidjan.
Accanto all’infibulazione, secondo il ministro ivoriano della Famiglia, la donna è inoltre oggetto di troppe violenze fisiche anche nell’ambito familiare. E poi non mancano gli stupri e le violenze psicologiche, cicatrici difficilmente cancellabili nell’esistenza di una persona, per quanto si faccia il possibile per far dimenticare.
Quest’ultimo tema, cioé la violenza contro la donna nel suo ampio spettro, sarà proposta di legge a breve in quanto, durante i disordini seguiti alle ultime elezioni, più di 14 mila donne, a conti fatti, pare ne siano rimaste vittime. Di queste alcune hanno avuto il coraggio di denunciare e altre no.


a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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