L’artista palermitano, Maurizio Barraco, nella città di Reggio Calabria, nei locali del “Nonsense”, ha in corso, attualmente, una mostra delle sue opere dal titolo, scanzonato e quasi certamente un po’ provocatorio, “Guardami…Sogno d’Estate”.
La mostra(vale per gli interessati) resterà aperta al pubblico fino al giorno 26 maggio e, lo dico subito, è una rassegna per coloro che, di sensi affinati e di cultura artistica di un certo spessore, sono in grado di andare sotto la pelle di un quadro.
Per chi, insomma, dal segno passa agevolmente al significante e poi al significato.
Per chi sa “leggere” la cosiddetta “arte concettuale”, che non si ferma alla “forma” ma è oltre la forma stessa nella lettura dell’intenzione comunicativa.
Contrariamente c’è il rischio di equivocare e far passare magari per pornografia ciò che da quest’ultima è lontano mille miglia. Come spesso è accaduto a Barraco in occasione di altri eventi artistici. Con ovvie successive smentite e relative scuse poi da parte di galleristi, critici e /o curatori.
In occasione dell’apertura c’è stata (e ha richiamato un folto pubblico) anche una performance, che ha visto protagonisti lo stesso Barraco e l’abile modella reggina Elisa Guarnaccia.
Le opere pittoriche esposte sono sopratutto le note “donne” di Barraco e il messaggio che l’artista ha voluto lanciare al suo pubblico e a noi, che lo conosciamo bene ,lo seguiamo da sempre e lo apprezziamo, è in sostanza quello del “Bello” per antonomasia, racchiuso in un corpo femminile.
Soprattutto il gioco del “saperlo scoprire” questo “Bello”.
Il “Bello” che è sogno e quindi piacere. Piacere dei sensi certamente e piacere dell’intelletto.
Un corpo femminile,qualunque esso sia,l’artista suggerisce che può divenire opera d’arte, proprio come accade quando il musicista esperto è in grado di trarre il meglio dei suoni in una frase musicale dal suo strumento. E non occorre che lo strumento sia necessariamente un prezioso “Stradivari”,né che l’altro sia un Nicolò Paganini.
Questo significa che “donna è bello”. E che la bellezza femminile va costruita nella reciprocità del rapporto a due. Nell’incontro con l’altro che non deve essere mai fatto di sopraffazione o di violenza. Ma semplicemente estrinsecarsi in autentico atto d’amore.
Questo assunto del pensiero, che Barraco condivide con il suo pubblico attraverso le sue opere e che è fondante della sua “poetica” pittorica, scaturisce, a dirla tutta, da una conoscenza diretta di donne sfruttate e emarginate, incontrate nei suoi viaggi in Paesi in via di sviluppo. Africa, America Latina, Europa dell’Est.
La risposta di Barraco all’oltraggio è insomma il “Bello”, che tutti dobbiamo imparare a disvelare.
La performance di cui sopra ha consentito, inoltre, a Barraco di mostrare nel concreto come nasce una “sua” opera, perché la modella Elisa si è prestata prima come tavolozza, lasciandosi ricoprire dal colore, e poi come pennello, imprimendo successivamente il suo corpo, a grandezza naturale, su di una enorme tela che l’artista, sotto lo sguardo attento del pubblico presente, ha in seguito completato.
In conclusione l’Arte di Maurizio Barraco, come lo stesso ha sottolineato più volte, nasce per comunicare e questa comunicazione sottintende una forte valenza pedagogica.
Il “Bello” contro le brutture e gli orrori della quotidianità è la sua risposta e quella che la persona, ogni persona, può dare.
Ma, perché ciò sia, occorre la volontà di un percorso di apprendimento che l’arte pittorica, ma anche le altre, possono dare.
Arte uguale equipaggiamento per affrontare la complessità del vivere.
Quasi una forma di scommessa fatta con, e non contro, il destino per non essere perdenti.
a cura di Marianna Micheluzzi
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