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domenica 6 maggio 2012

Il RICCO IL POVERO LA CAPRA E IL SAGGIO /ANGOLO DEL GRIOT




IL RICCO IL POVERO LA CAPRA E IL SAGGIO / ANGOLO DEL GRIOT

Nel villaggio degli Akamba, nel nord del Kenya, c’erano un tempo due uomini,uno ricco e uno povero, che tuttavia erano fin da bambini amici per la pelle.
Questo voleva dire che lavoravano insieme, trascorrevano insieme il loro tempo libero e si confidavano ogni cosa.
E il povero si fidava ciecamente del ricco, perché questi si era sempre dimostrato generoso e disponibile i diverse occasioni senza mai fare pesare la differenza di ceto esistente tra loro due
Un brutto giorno però nella regione, e quindi anche nel villaggio, sopraggiunse inaspettata prima una terribile siccità e poi la carestia.
Nei campi e al mercato non c’era più niente da mangiare. E ognuno si arrangiava come poteva.
E fu allora che il ricco sparì e non si fece più trovare dall’amico povero.
Il povero disperato vagava ,ogni giorno, qua e là tra i rifiuti, semmai ce ne fossero stati, alla ricerca di qualcosa da mettere in pancia.
E, gira che ti rigira, in un giorno fortunato incontrò proprio per caso un vecchio anziano del villaggio,giudicato saggio, che, mosso a pietà dall’aspetto macilento dell’uomo, gli diede un po’ di granoturco del suo, affinché potesse sfamarsi lui e la sua famiglia.
Il povero allora corse subito dalla moglie e si fece cucinare una zuppa, nella quale però non aveva né carne, né sale da mettere e con cui poterla rendere saporita e condire adeguatamente.
E allora pensò bene di andarsi a mettere con la ciotola della sua zuppa fuori dalla casa del suo amico ricco, nella quale aveva sentito dire in giro si banchettava lautamente.
E così fece. E questo per poter usufruire degli aromi che invadevano tutta l’aria circostante tanto erano forti e densi.
Quando l’indomani il ricco venne a sapere della cosa, andò però su tutte le furie e pretese da un giudice del villaggio un processo e il risarcimento per il maltolto.
E il giudice, che stava dalla parte dei ricchi e dei potenti, ordinò al povero di restituire al ricco, per compensarlo, una capra. E di farlo presto, entro pochi giorni.
Il povero piangeva e si disperava perché proprio non sapeva come avrebbe potuto fare, visto che si può dire non aveva quasi più neanche gli occhi per piangere.
Mentre se ne stava tutto triste fuori casa ecco che gli ricomparve di nuovo il vecchio anziano del villaggio .Il saggio. Quello che, giorni prima, gli aveva offerto il granoturco.
Quando seppe del’ingiusta condanna dell’ uomo, immediatamente si recò tanto dal ricco che dal giudice ed espose, senza peli sulla lingua, il suo punto di vista.
Anzi, per rendere il tutto più efficace e convincente, si fece portare nel posto una capra.
E disse chiaramente che, come il povero aveva solo inalato gli odori della cucina del ricco,l’unica cosa corretta per il ricco non era quella di impossessarsi di una capra, che il povero inoltre non possedeva, ma soltanto di appropriarsi del belato della bestia.
E cominciò a percuotere la capra e quest’ultima, senza farsi pregare, prese, com’era naturale che fosse, ad emettere i suoi versi.
A quel punto il giudice si convinse da solo e disse che quella era la sentenza giusta. E che non ce n’era un’altra.
Il ricco andò via stizzito, il giudice si accomiatò sereno,il saggio fu felice di avere fatto trionfare un po’ di giustizia e il povero fu non solo felice ma eternamente grato al suo “salvatore”.
E imparò inoltre a non fidarsi troppo di coloro che si propongono come amici e condiscono la “cosa” con molte chiacchiere e troppe smancerie ma al momento opportuno sono solo dei veri propri campioni di egoismo.
E magari anche supponenti.
Africa insegna.








a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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