IL Tribunale dell’Aja ha finalmente emesso, oggi, la sentenza di condanna a 50 anni di reclusione per il liberiano Charles Taylor, il sanguinario signore della guerra, presidente della Liberia nel 1997, 64 anni suonati, responsabile di stragi e violenze praticate in Sierra Leone nella guerra civile, che vide l’intero paese devastato da guerriglieri sierraleonesi del RUF (Fronte rivoluzionario unito), con tutto il pesantissimo carico di morti ammazzati negli anni 1996 -2002.
Nella circostanza Taylor fornì armi ai ribelli in cambio di diamanti.
Le accuse nei confronti del “mostro”, ritornando a poche ore fa, comprendono ben 11 capi d’accusa, che vanno dalla violenza gratuita su gente inerme,a saccheggi, mutilazioni, stupri e quant’altro una mente assassina è in grado di concepire sadicamente.
I primi arruolamenti di bambini-soldato, ad esempio, sono opera, in Africa, proprio di Taylor.
E non solo in Sierra Leone.
Il processo, come ha voluto l’ONU, è avvenuto a Freetown, capitale della Sierra Leone, ad opera del TSSL e cioè il Tribunale Speciale per la Sierra Leone.
La condanna verrà però scontata in Gran Bretagna per accordi precedenti presi proprio tra L’Aja e il TSSL.
Nonostante la pesante gravità delle accuse mosse a Taylor, la Sierra Leone, infatti, non contempla quale pena la condanna a morte.
Pertanto egli, anche se il suo difensore si dichiara non d’accordo e ritiene eccesiva la pena, dovrà trascorrere comunque questi suoi ultimi cinquant’anni nelle carceri di sua maestà britannica.
Ma per Taylor non è certo finita. A suo carico ci sono anche altre imputazioni, che riguardano, nello specifico, gli anni della sua presidenza in Liberia(se ne parla ampiamente nel libro-testimonianza di Leymah Gbowee).
E’ giustizia terrena intramandabile nei confronti di chi ha perso assurdamente un marito, un padre, un figlio, una madre, una sorella.
Oppure ha subìto traumi psichici irreparabili o mutilazioni tali, per cui non ha più potuto condurre in seguito un’esistenza normale.
E tra Sierra Leone e Liberia, al di fuori del grosso novero dei morti ammazzati, coloro che vivono quest’inferno sulla terra sono veramente in tanti.
Rispetto dei diritti umani è anche questo:che il colpevole paghi per il male commesso.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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