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venerdì 29 giugno 2012

LUANDA (ANGOLA) OTTIME CHANCE IN ATTESA DELLE POLITICHE DI AGOSTO





Il mese di agosto non è molto lontano e la sfida elettorale per riconfermare o mettere in difficoltà il partito di Governo è già cominciata a Luanda e nel resto del Paese.
Ma José Edoardo dos Santos, l’inossidabile, in sella dagli anni ’70 con il suo Movimento popolare per la liberazione dell’Angola(Mpla) , non intende affatto lasciare campo libero agli eventuali e possibili avversari.
Pertanto si lavora dappertutto per l’obiettivo prioritario e si fatica anche sodo.
Il Paese, infatti, è in fibrillazione con tutta una serie di iniziative interne anche se le cosiddette “malelingue” parlano di specchietto per le allodole allo scopo esclusivo di confermare e/o raddoppiare i consensi.
Tanto per cominciare, come se la vittoria fosse scontata, da parte dei governativi si lavora sopratutto per la fiera Projekta, un importantissimo evento internazionale, che riguarda il settore delle costruzioni e che aprirà i battenti, a Luanda, in ottobre prossimo.
Questo, per inciso, significa già, mentre scriviamo, centinaia di posti di lavoro per le famiglie del luogo con salari garantiti.
E accade in tempi di crisi per parecchi altri Stati africani e non solo.
L’importanza della fiera Projekta è quella d’essere un avvenimento, in Africa, di respiro mondiale per la presenza di molte imprese provenienti da ogni parte.
Tanto che anche l’Italia parteciperà a Projekta con un padiglione espositivo proponente il meglio del “nostro” made in Italy nel campo delle costruzioni civili, dei macchinari, delle energie rinnovabili e degli equipaggiamenti per la sicurezza.
E a conferma che l’edilizia tira in Angola, secondo dati attendibili, il tasso di crescita medio del settore è stato, dal 2002 al 2011 , del 18,5% annuo.
Inoltre sempre il governo di Dos Santos, se riconfermato, ha in programma la costruzione di almeno altri 6500 chilometri di strade nel Paese accanto a ristrutturazioni certe di ponti, ferrovie ed aeroporti, che necessitano da tempo di una urgente messa “a nuovo”.
Per quanto riguarda poi l’assistenza alle fasce di popolazione più deboli, perché disagiate, e a quelle soprattutto delle aree rurali, è già in corso la costruzione di case popolari da assegnare nell’ordine addirittura di un milione.
E con esse luce e acqua per tutti.
Il petrolio angolano e il consenso popolare a José Edoardo dos Santos parrebbe che possano fare anche questo genere di miracoli.
La notizia, però,al momento la più interessante per me, è quella della nascita e della distribuzione a Luanda, nei giorni scorsi ,del”Journal Popular”, un “free press” di appena sedici pagine, che si stampa tre volte in una settimana e informa, in breve, quei cittadini ,che non possono permettersi la spesa di un normale quotidiano.
Il primo numero è già uscito in data 15 giugno ed è andato inevitabilmente e rapidamente esaurito.
Come lo ha definito il suo stesso direttore, il “Journal Popular” è proprio un progetto innovativo.
L’Angola( o l’Africa in generale) tranne per chi può permettersi la tv satellitare o internet(e questi non sono certo i più), accede con difficoltà a quelle che sono le notizie aggiornate.
Il più degli accadimenti, vicini o lontani che siano, li si apprende dalle radio che, come sappiamo, in Africa sono preziose, proprio perché le più a portata di tasca.
Ora la “free press” però ha il pregio d’essere carta stampata e, quindi, “parola scritta”.
Tutti coloro, anche quelli che hanno un’alfabetizzazione solo di base, possono in questo modo avere il piacere di leggere e rileggere da se stessi la notizia.
Ed è una gioia intima per il singolo certamente (noi ,oggi , dalle nostre parti questo lo abbiamo dimenticato) ma potrebbe essere anche un’iniziazione graduale al piacere dell’informazione scritta per tanti. Tantissimi.
Quindi poi un successivo accesso al libro, grazie a biblioteche popolari circolanti e, così, infine, crescita del livello d’istruzione generalizzato della gente ,che possiamo chiamare, senza tema di smentita, sviluppo.
I detrattori del progetto, e ci sono, meglio non ascoltarli.

Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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