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martedì 2 luglio 2013

Pesaro /Arte e imprenditoria sono il mix vincente /Popsophia - 2013/ Il Festival del Contemporaneo






Dal 3 al 7 luglio prossimi, la città di Pesaro ospiterà, a "Rocca Costanza,”

Popsophia - 2013”/ Il Festival del Contemporaneo, nella cui sezione

“Realtà”, proprio la sera del 7 luglio alle 22,30, interverrà il conte

Alessandro Marcucci Pinoli con una relazione dal titolo un po’ provocatorio

: “Good … buy Art”.

Ossia “Buono… compra Arte”

Presentare ai più la personalità di Alessandro Marcucci Pinoli non è affatto

impresa semplice (nonostante egli sia un uomo accogliente e affabile) in

quanto le sue scelte di vita, quelle del mondo lavorativo, quasi tutte

coronate, in finale, da successo, sono davvero tantissime e pure molto

differenti tra di loro.

Un anticipo nel tempo insomma, si potrebbe dire, di quella che oggi si

chiama, per moda dell’ultima ora, la “flessibilità” nel mondo del lavoro.

Si parte, all’inizio della “storia” dall’appartenenza ad una nobile famiglia

marchigiana, una nobiltà millenaria, genitori molto “speciali”, fino ad

arrivare alle moderne attività imprenditoriali nel settore alberghiero,

passando attraverso la pratica dell’avvocatura come il padre, l’insegnamento

di diritto amministrativo all’università di Urbino e le esperienze, in

carriera diplomatica, di console prima, a San Marino e di ambasciatore poi,

in alcuni Paesi dell’America Latina.

Ma qui quella che interessa per la circostanza festivaliera è l’ultima sfida

di Nani (così lo chiamano gli amici intimi), quella che lo vedrà dialogare,

in una serata estiva, con il pubblico.

E avrà accanto personalità della cultura europea e internazionale quali

l’antropologo francese Marc Augé (l’autore dei famosi “Non luoghi”) e il

nostro Gianni Vattimo, filosofo, professore emerito e divulgatore

riconosciuto del “pensiero debole”.

Ora, tornando a noi (o meglio a Nani Marcucci Pinoli) l’ultima sfida, in

ordine cronologico, è stata per il conte di Valfesina la creazione

dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro, la sua città, quella in cui è

nato nel luglio del 1943.

Una sfida che gli ha consentito di unire la sua grande passione per l’arte

[collezionista intelligente ma anche artista fantasioso (lui per modestia si

dice dilettante), realizzatore dei suoi noti “Manichini”, oggetti

misteriosi, capaci d’ispirare, nel loro plasticismo asettico, sentimenti e

sensazioni imprevedibili, a seconda del contesto in cui vengono collocati]

con l’attività imprenditoriale di successo di albergatore di ottima

“stoffa”.

Se ,come ha scritto Umberto Eco, l’opera d’arte è sempre una confessione, il

“suo” collezionare e il “fare arte” dicono tutto di Nani.

Quel “fare” poi , in particolare, ha radici lontane quando, da bambino,

circondato da begli oggetti, provava, accanto a sua madre pittrice, a

disegnarli.

E così il “nostro” uomo non potrebbe, per quanto animato da sano realismo

per quel che riguarda il mondo degli affari, mai e poi mai fare a meno

della Bellezza. E lo dice lui stesso con grande schiettezza.

La realizzazione dell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro è l’approdo,

almeno fino ad oggi (domani chissà ????), di un desiderio del conte, che

era, e rimane attualmente quello di riuscire a portare gli ospiti del

proprio albergo all’arte. Per farne dei cultori appassionati. In particolare

avvicinare in qualche modo le persone, “distratte” dalle odierne sirene del

kitsh, all’arte contemporanea, quella che resta ancora un po’, ai nostri

giorni, la “cenerentola” o l’incompresa della situazione, perché aniconica

o, magari, parzialmente iconica (i “Manichini”, appunto).

Ecco, allora, che ci sono voluti ben quattro anni di lavoro e il

coinvolgimento di cento artisti per la realizzazione dell’albergo-museo.

Ma, batti che ti ribatti, alla fine è arrivato a essere. E non cesserà di

certo di arricchirsi di ulteriori opere d’arte ancora.

Nell’Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro si respira, insomma, “arte”. E

avviene in un ambiente di continuo motivante.

Non ci sono alloggiate , infatti, solo produzioni di ottime firme o di

oggettistica d’arte in generale (letti-trumeau-specchiere etc..) ma

periodicamente è possibile seguire dibattiti di natura culturale a seguito

della presentazione di un nuovo libro o anche ascoltare della buona musica.

Oppure essere ospiti di un vernissage o mostra fotografica.

Il tutto significa, con la buona ospitalità alberghiera, denaro sonante che

arriva anche in città grazie a chi è attratto dall’evento e di cui la città

può godere, perché i turisti che scelgono l’Alexander Museum Palace Hotel di

Pesaro, non sono, di sicuro, i turisti del “mordi e fuggi”.

Concludendo il conte Marcucci Pinoli ha dimostrato e dimostra che si può

“fare”, si può fare quel “di più”, proprio come recita la canzonetta, quando

abbiamo idee chiare nella mente e, forse, nel cuore.

Farlo significa, infatti, amare e spendersi in proprio per il Paese. Specie

in un momento di contingenza.

Quando l’Italia è in grossissime difficoltà politiche ed economiche (come

tutti ben sappiamo), l’arte, gestita con lungimiranza, può anch’essa dare,

come sta accadendo a Pesaro, una mano. Non è impossibile.

Può e potrebbe costituire, in effetti, un valido traino per l’economia delle

nostre città .

Grandi e piccole. Interne e/o costiere. Note e meno note.

Non dimentichiamo che l' Italia è certo il bel Paese per le bellezze

naturali ma anche per quelle artistiche che, purtroppo, sono racchiuse nei

musei o se ne stanno, spesso, nell’incuria, a cielo aperto, nelle strade e

nelle piazze.

Ma se la gente non entra nei musei occorre assolutamente escogitare, da

parte degli amministratori locali, un qualche stratagemma per portare l’arte

alla gente. E l’arte porterà.. denaro.

Oppure la gente all’arte come ha fatto Nani Marcucci Pinoli, che ha

affiancato, con intelligente abilità, arte a imprenditoria. Ed è riuscito

nel suo intento.

Marianna Micheluzzi


      
       

                                                I noti "Manichini" di Nani Marcucci Pinoli

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