venerdì 5 aprile 2013
David Livingstone /Un anniversario simpatica occasione di ricordo
Il suo nome insieme a quello di Stanley lo abbiamo incontrato per la prima volta, forse, sui libri di scuola, quando abbiamo iniziato a studiare l’Africa e le sue esplorazioni.
Quelle stesse che poi hanno consentito al mondo occidentale di non dire più limitativamente, parlando del continente africano, : “Hic sunt leones”.
Quest’anno Africa ed Europa hanno avuto modo di festeggiare insieme, il 19 marzo scorso, i 200 anni della nascita di David Livingstone, missionario-esploratore, medico e teologo.
Da Blantyre, città d’origine del “nostro” fino alle rive del lago Bangwuelu, in Zambia, terra di adozione, sono state numerose le iniziative, che hanno ricordato al mondo questo grande e affascinante viaggiatore.
E, mentre a Londra, nell’abbazia di Westminster, la presidente del Malawi, Joyce Banda, deponeva una corona di fiori sulla sua tomba, in Africa il suo ricordo è stato nelle differenti celebrazioni unanimemente proposto come quello di un combattente per la libertà e contro lo schiavismo, che lo stesso Livingstone definì fenomeno “disumanizzante e incompatibile con l’idea per la quale tutti gli esseri umani sono uguali”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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