venerdì 26 aprile 2013
Liwale (Tanzania) / Contadini protestano e sono arrestati
Quando la democrazia deve fare ancora parecchio rodaggio, non si scherza affatto. E le forze dell’ordine, come non è difficile immaginare e sotto qualunque cielo, non fanno sconti a nessuno.
E’ accaduto a Liwale,una cittadina del Tanzania meridionale,dove la locale polizia ha contrastato piuttosto autoritariamente una rivolta di coltivatori di anacardi. E, poi, per concludere, ne ha arrestati una cinquantina.
La protesta è nata per il prezzo di vendita degli anacardi sul mercato, che il governo vuole a 600 scellini al chilo e cioè qualcosa come meno di 28 centesimi di euro.
Mentre, nell’annata scorsa , lo stesso prodotto era venduto al prezzo di 1200 scellini .Esattamente il doppio.
Si consideri sopra ogni altra cosa che, nella zona, la coltivazione e la successiva vendita degli anacardi equivale alla sopravvivenza, e di certo senza scialo, della maggior parte delle famiglie degli agricoltori.
Come vorrebbero le autorità governative, significa solo aggravare le già grame condizioni di vita di questa gente e alimentare, nel peggiore ma non impossibile dei casi, la povertà dell’area.
Infatti ,quasi tutti i contadini del sud del Paese , vivono di questo.
E l’anacardo, comunque,per le sue proprietà nutritive e terapeutiche, è per il Tanzania, in generale, una produzione importante.
Per quanto per la motivazione ufficiale degli arresti, almeno quella passata sui “media”, la colpa è stata l’aver dato fuoco, da parte dei contestatori arrabbiati, a ben tre case di proprietà di un politico di zona del partito di maggioranza, il Chama Cha Mapinduzi (Ccm), la verità vera è che i rappresentanti delle cooperative degli acquirenti, complice la crisi generalizzata sul mercato mondiale, non intendono pagare di più.
E il governo, dal canto suo, non vuole rinunciare ai proventi derivanti dalla vendita del frutto, che costituisce una voce non secondaria del suo bilancio. Perciò obbliga .
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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