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venerdì 12 aprile 2013

Mine antiuomo / Subdolo nemico dei tempi di guerra


        



Attualmente sono 59 i Paesi ancora contaminati dalle mine antiuomo in cui le Nazioni Unite sono impegnate per contrastare il vigliacco e micidiale fenomeno, portatore certo di morte e/o gravi menomazioni.

I dati ci giungono dalla recente “Giornata Internazionale per la conoscenza delle mine anti uomo e l’assistenza nelle azioni contro le mine”.

In particolare occorre un impegno mirato- hanno sottolineato i relatori - in Paesi come il Mali e la Siria,dove l’impatto dell’uso delle armi,anche quando certe azioni di guerra avevano finalità umanitarie, è stato comunque devastante.

Secondo il Servizio Onu di azione contro le mine antiuomo, tra il maggio 2011 e il maggio 2012, sono state almeno 4.286 le persone uccise o ferite in incidenti riconducibili alle mine e ad esplosivi, residui di guerre.

Il positivo parziale in questo discutibilissimo clima guerrafondaio è l’esistenza dei 161 Paesi, che hanno aderito alla Convenzione,che mette al bando le mine antiuomo e ne proibisce la produzione, l’uso, lo stoccaggio e il trasferimento.

Questi stessi Paesi s’impegnano anche a distruggere le mine antiuomo e assisterne le vittime.

Tuttavia,nel mondo, c’è ancora decisamente molto da fare per creare una coscienza in merito e si può fare, senz’altro, di più.

              a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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