martedì 2 aprile 2013
Kigali-L'Aja /Bosco Ntaganda / Termine della corsa
Martedì ,2 aprile,cioè oggi, se non si frapporranno ostacoli, il Tribunale Penale Internazionale de L’Aja, verificata l’identità di Bosco Ntaganda, militare congolese, classe ’73, capo di una fazione dell’M23, renderà noto all’interessato tutte le incriminazioni riguardanti i numerosi crimini di guerra e contro l’umanità da lui commessi nella Repubblica Democratica del Congo,in particolare negli anni compresi tra il 2002-2003, nella provincia dell’Ituri.
Ricercato già dal 2006, non era mai stato catturato. Anzi nel 2009 era stato addirittura promosso sul campo generale, per perizia militare, nell’ambito di un accordo di pace per l’integrazione dei gruppi armati irregolari all’esercito congolese. Dopo essersi messo a capo delle Forze Patriottiche per la liberazione del Congo nell’aprile 2012, in seguito ad un imprevisto ammutinamento dall’esercito regolare, ha dato vita appunto ad una fazione di ribelli,tra quelli tristemente noti con la sigla M23.
Il 18 marzo scorso, Bosco Ntaganda, dopo essere riparato in Rwanda,che egli considera paese amico, si è consegnato spontaneamente (?) all’ambasciata USA di Kigali, per essere trasferito poi a L’Aja e lì affrontare il regolare processo.
Le accuse nei suoi confronti sono molto pesanti ed è bene che si faccia subito chiarezza, come chiedono da troppo lungo tempo, ma inascoltate, le sue vittime.
Ntaganda è accusato, ad esempio, di avere arruolato tra le sue forze, nel 2002-2003, appunto nell’Ituri, giovani di età inferiore ai 15 anni. E, negli anni successivi, non si contano le accuse di omicidio, stupro e riduzione in schiavitù sessuale,indifferentemente di maschi e di femmine, tra le genti inermi, strappate alle loro case e ai loro villaggi. Se non uccise.
Non a caso, infatti, per la sua spietatezza Bosco Ntaganda è stato da sempre soprannominato “terminator”.
Le accuse andranno naturalmente provate e ci si augura che si faccia presto e bene, perché giustizia sia fatta non in tempi eccessivamente lunghi e si possa comminare al colpevole una giusta pena.
Inoltre la speranza è anche quella di riuscire presto a rintracciare e a poter sottoporre a giudizio altri loschi figuri quanto Ntaganda e parimenti colpevoli.
a cura diMarianna Micheluzzi (Ukundimana)
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