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domenica 21 aprile 2013

E' possibile una scienza delle migrazioni ? /"Movimenti indisciplinati" -ed.Ombre Corte (2013)






Le discipline, quelle che si occupano del sociale, stanno tentando di mettere ordine e, quindi, di rispondere con serietà (se riusciranno) a quel fenomeno che, nella quotidianità, sono divenuti anche per noi, in Italia, i movimenti dei migranti.
Per altro, ormai, quasi continuativi e delle più disparate provenienze.

Lo scopo di”Movimenti indisciplinati”, sottotitolato : Migrazioni, migranti e discipline scientifiche, a cura di Sandro Mezzadra e Maurizio Ricciardi, entrambi docenti al Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’università di Bologna, che hanno coordinato studi di differenti ricercatori, è proprio quello di raccordare, trovando un nesso scientifico possibile e accettabile le migrazioni con il problema del genere (maschio-femmina), che in situazione fa parecchia differenza; con il razzismo, di cui negli ultimi tempi nella società italiana, e specie in certe particolari regioni, c’è stata una forte recrudescenza; con le diverse generazioni (prime e seconde) e le aspettative che specie, com’è giusto, le “seconde” coltivano; con il lavoro, che è un diritto nel momento in cui il paese ,che ti accoglie, ti riconosce come cittadino a tutti gli effetti; con la criminalità che è molto spesso è il trito luogo comune, tirato fuori al momento opportuno,essenzialmente per accrescere nell’opinione pubblica il rifiuto dello straniero.

E, ancora, sempre lo stesso testo prova ad affiancare nella parte conclusiva, e con rigore didattico, il possibile legame che c’è tra “storia” con la”S” maiuscola e le singole storie dei protagonisti delle migrazioni.

Quindi, infine, si argomenta di diritti ottenuti e di diritti negati e dell’importanza fondamentale che, nell’accoglienza dei migranti, rivestono gli spazi urbani disponibili.

Per non creare, a partire proprio da questi, la famigerata linea di demarcazione ,che separa e crea “arrabbiati”, il classico “border line”, paragonabile a quella di una Londra con i suoi ghetti periferici per immigrati oppure a quella di una Parigi con le sue banlieu.

                a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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