lunedì 17 giugno 2013
Haiti come e peggio dell'Africa /Violenze ingiustificabili contro le vittime del terremoto
Sappiamo bene che il dopo-terremoto ad Haiti,e sono già trascorsi tre anni (2010), ha lasciato parecchie ferite ancora aperte, tanta miseria e che gli aiuti umanitari internazionali, che pur non sono mancati, sono serviti a molto poco lì dove sono riusciti ad arrivare realmente.
Ebbene l’ennesima e ultima triste notizia,data dai media locali, è che 120 famiglie di sfollati, cioè gente senza casa, hanno dovuto lasciare, giorni addietro, un loro improvvisato accampamento di fortuna in quanto scacciati da ignoti, che hanno utilizzato dei trattori per terrorizzarli e allontanarli con la forza.
La denuncia del fattaccio è stata fatta dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp).
I responsabili dell’Undp hanno confermato che non si tratta del primo spiacevole episodio ma che ci sono stati, dall’inizio dell’anno, migliaia di senza tetto trattati tutti alla stessa maniera.
Uno dei tanti, ad esempio, è accaduto in una zona a ovest di Port au Prince ma lo sgombero degli accampati non è stato affatto opera del proprietario del terreno.
E ancora, accanto a questo, nel corso dell’anno, con le medesime modalità di violenza, 1028 famiglie sono state cacciate via da alloggi fatiscenti in cui si erano rifugiate e vivevano. E non è improbabile che si verifichi,a breve, la stessa cosa nei confronti di almeno altre 20 mila famiglie, che numericamente equivalgono a circa 75 mila persone. Compresi bambini, donne e anziani.
Perché ciò accade?
Certamente, dietro questi comportamenti inumani, c’è la speculazione affaristico-economica che potrebbe riguardare, magari, l’edilizia turistica quanto l’agro-alimentare oppure il settore minerario.
Lavanderia, insomma, per denaro sporco. Quello che è certo è che l’attuale Governo haitiano, nei fatti, sta a guardare anche se promette,a parole e ufficialmente, d’impegnarsi ad indagare per dare una spiegazione al fenomeno.
Infatti, se si è conniventi con il malaffare, anche solo in parte (piccola o grande che questa parte sia), non è facile poi tirarsene fuori.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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