venerdì 28 giugno 2013
Madagascar / Proverbi malgasci / Dono di un popolo semplice a noi
Il Madagascar è quella grande isola dell’Oceano Indiano, che fiancheggia il continente africano, che noi adulti abbiamo conosciuto inizialmente sull’atlante geografico, quando sedevamo nei banchi di scuola, ma che i bambini d’oggi ,alla sola pronuncia del nome, identificano all’istante con il cartone animato di successo, che hanno visto al cinema o in tv in compagnia dei propri genitori e amichetti e che tanto hanno amato.
Negli ultimi tempi l’isola-continente è particolare meta turistica degli occidentali in quanto parecchio gettonata proprio per le bellezze incomparabili e un sistema di vita che libera, per poco o per molto , a seconda dei casi, dai lacciuoli della nostra frenetica e assillante quotidianità.
Ma l’esistenza dei malgasci, quella autentica, di carne e di sangue, fatta di fatica e di sudore, specie quando poi il vento delle opportunità non soffia nella giusta direzione, non è affatto l’ ”Eden” che possiamo immaginare.
Nè politicamente. Né socialmente .
Come in tutti i PVS (Paesi in via di sviluppo) il divario tra ricchi e poveri è notevole e manca, soprattutto (ed è cosa molto grave), la libertà di potersi esprimere in maniera critica(tv-radio-giornali) nei confronti del potere costituito.
Censura e carcere sono all’ordine del giorno per chi non è obbediente e non lo ossequia.
Grande per estensione territoriale quanto la Francia e il Belgio messi insieme, conta circa 20 milioni di abitanti.
In prevalenza sono giovani e bambini. Uomini e donne che, oltre ai tratti somatici che spesso ricordano l’Asia degli antichi progenitori, primi a popolarla unitamente agli autoctoni, parlano una lingua che è, appunto, un impasto ma molto ben riuscito di tradizioni culturali africane e asiatiche.
Quella cultura spicciola, fatta di provata sapienza popolare,che possiamo portare con noi dopo un “incontro”, la ritroviamo nei loro proverbi.
Ecco perché meritano un po’ della nostra attenzione.
Leggiamone qualcuno.
“Non c’è niente di così duro che possa resistere alla forza dello zelo”.(Tenacia)
E, ancora, “La dolcezza è avvolta nell’amarezza”.(Realismo)
E poi, “ Non pensare che la valle sia così solitaria, Dio è sulla testa di tutti”.(Fiducia)
Quello che maggiormente colpisce, riflettendoci su, non è tanto una certa “religiosità” dell’essere nel mondo, insita nelle affermazioni di cui sopra (si può essere anche non credenti e sapere apprezzare) quanto, semmai, la “comunanza” del sentire dinanzi alla ricerca di quell’Unico, che regola da sempre l’esistenza di tutti.
Quale che sia la latitudine.
Ed è molto bello scoprirlo e riconoscerlo.
E’ un incontrarsi, per davvero, perché c’è scambio.
Non "pappa" di cuore.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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da quale raccolta hai preso questi proverbi? Inoltre appartengono alla tradizione merina o di altra tradizione?
RispondiEliminaGrazie con saluti
Liliana Mosca