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domenica 23 giugno 2013

"Il monello punito" / L'angolo del Griot






C’era una volta, nel nostro solito villaggio africano, ai margini della foresta,un bimbo un po’ birichino che, ascoltando i racconti degli adulti, era venuto a sapere dell’esistenza di un piccolo genio, il quale da sempre dimorava nascosto, e quindi ben acquattato e protetto tra le erbe alte, nella folta vegetazione del bush.

E viene a conoscenza anche che non è affatto facile sorprenderlo e ,dunque, il poterlo vedere.

Si tratterebbe, per chi volesse osare,assolutamente di un’autentica sfida.

Così, un giorno, senza che i familiari di lui si accorgessero di nulla, il “nostro” monello decide di andare nel bush.

Passo dopo passo, sotto un sole molto poco generoso, giunge in quello che sapeva essere il punto d’avvistamento e,in effetti, riesce nell’intento.

Il “genietto” è proprio lì.

E allora, in meno che si dica il “nostro” monello, tronfio come un eroe adulto, si avventa sul genietto con un grosso bastone, che aveva recato con sé, e lo tramortisce con ripetuti e ravvicinati colpi.

Quando è certo che è di sicuro morto, pensa bene nell’immediato di arrostirlo, con un fuoco improvvisato, e mangiarselo tutto.

Ma non l’avesse mai fatto…!!!!

Finita la scorpacciata, il genietto, dalle budella del bimbo, si manifesta all’improvviso.

E, meraviglia delle meraviglie, è più vivo che mai.

Comincia così a percuotere dall’interno il corpo mingherlino del bimbo, che inizia ad avere dei terribili mal di pancia.

Il bimbo piange e si dimena senza sosta.

Intanto lui, il”genietto”, con un balzo acrobatico, è fuoriuscito lesto dalla bocca del bambino e se ne è ritornato sicuro nel suo nascondiglio.

Col passare delle ore il male, però, progredisce e per il bimbo birichino non c’è proprio nulla da fare.

La disobbedienza agli adulti, mista a incauta curiosità, gli è costata la vita tanto che, al villaggio, neanche il guaritore di fiducia,per quanto s’impegni, può fare niente per salvarlo.

Da quella volta in avanti, nessun bambino più del villaggio ha mai osato ripetere la stessa esperienza.

E sono trascorsi parecchi anni.

Se ne stanno tutti tranquilli a fare i loro giochi, ciascuno in quello che è il perimetro del proprio villaggio e, naturalmente, sotto gli occhi amorevoli e vigili della mamma o del nonno.

               a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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