giovedì 6 giugno 2013
Kampala (Uganda) /Unità sanitarie mobili per controllo e prevenzione del virus Hiv
Nonostante i tanti problemi, che pur ci sono in Uganda, a cominciare da una certa restrizione della libertà d’espressione e alla limitazione di alcune libertà personali, specie di questi tempi e come in ogni “regime” che, messo un po’ alle strette, tiene ancora di più alla successione dinastica, l’iniziativa di creare ambulatori mobili, che si rechino casa per casa, tra la gente, per controllare e fare prevenzione sull’aids, è decisamente lodevole.
La notizia la riferisce Africa Report.
Essendo noto che l’Uganda è tra i Paesi più colpiti dell’Africa (ma è anche in buona compagnia),dove povertà della popolazione e condizioni igieniche lasciano parecchio a desiderare, non si può non plaudire ai sanitari coinvolti nel progetto, considerando che dal 2006 ad oggi c’è stata una forte recrudescenza della diffusione del virus (6,4% nel 2006 /7,3% accertato nel 2012).
E si aggiunga inoltre la difficoltà di raggiungere le persone per i controlli o, meno che mai, di pensare di poterle ricevere spontaneamente nei posti di salute.
La malattia, per ignoranza ma anche per l’impossibilità economico-pratica di curarsi,cioè di accedere ai farmaci, i cosiddetti antiretrovirali, è sottovalutata un po’ dovunque. Persino in città.
E, soprattutto, nelle zone periferiche degradate in cui la promiscuità è norma corrente.
E morti e orfani, in questo modo, ecco che sono in continuo crescendo.
L’obiettivo del progetto e di questo genere d’impegno, secondo quanto afferma la coordinatrice del programma, è proprio quello di alzare la soglia d’attenzione per tutti, e in particolare tra la gioventù, e cercare quindi di ridurre i danni.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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