sabato 1 giugno 2013
Rep.Centrafricana / Situazione pesantemente ambigua e mandato di cattura internazionale per Bozizé
Esemplificativo della difficoltà di dipanare il gomitolo ingarbugliato di certe logiche per avere un minimo di chiarezza sulle dinamiche politiche nei Paesi africani è quello che, in questi ultimi mesi, sta accadendo, e senza soluzione di continuità, nella Repubblica Centrafricana.
E della quale cosa , a casa nostra, i “media”, come sempre, non parlano o raccontano molto poco.
Abbiamo chiarito in precedenti post degli uomini del Seleka, fondamentalisti islamici, ribelli alquanto rozzi e mediocri,molti dei quali originari del Ciad o del Sudan, che scacciato l’ex-presidente Bozizé (marzo scorso), preso il potere, hanno devastato e ucciso e continuano ancora, mentre scriviamo, imperterriti a fare la stessa cosa.
E, a detta di osservatori oculari, pare anche che godano di un particolare piacere a seminare terrore.
In particolare tra la popolazione di confessione cristiana.
Non è altro questo agire, a ben saper leggere tra le righe, che il prosieguo, quasi certamente, del moltiplicarsi di azioni di terrorismo legato alla jihad internazionale che, in Africa, ha messo radici lì dove ha potuto.
E sta mettendo in scacco pesantemente e da troppo tempo il Mali come anche la Nigeria, la Somalia, la stessa Libia del dopo Gheddafi e tanti altri paesi .
Sia quelli della sponda est che di quella ovest del continente oltre all’area saheliana, in cui la “piovra” è riuscita a insinuarsi.
Ritornando al Centrafrica, in effetti, ci sono stati parecchi morti dall’inizio della guerriglia messa in atto dagli uomini del Seleka e dei conseguenti disordini , accanto ( la cosa è ancora più grave) alla paralisi completa delle istituzioni e dei servizi nella capitale e nelle altre città minori.
Per tacere poi dei disagi nei villaggi rurali , già ultramodo poveri di per sé e molto provati per ragioni logistiche.
Ora la notizia ultima,inquietante, anche se forse in parte prevedibile, che stanno battendo le agenzie di stampa, è che il procuratore di Bangui,tale Alain Tolmo, ha annunciato l’emissione di un mandato di cattura internazionale nei confronti dell’ex-presidente François Bozizé con l’accusa di reo di crimini contro l’umanità e di incitamento al genocidio.
Il testo del mandato elenca 22 casi di omicidi extra-giudiziari a lui imputabili, almeno 50 detenzioni arbitrarie e in più sequestri e sparizioni di persone non gradite al regime.
Si aggiungano 119 esecuzioni pubbliche sommarie nonché una serie infinita di devastazioni e abbattimenti di case private dei cosiddetti nemici.
Naturalmente buona parte di questi crimini sono di competenza del Tribunale penale internazionale de L’Aja.
E accanto a quello di Bozizé si fa il nome di Eugène Ngaikosset,quella che è stata la sua guardia personale, soprannominato anche il “macellaio di Paoua”, una cittadina del nord-est.
Si resta di stucco, comunque, solo ad immaginarli certi scenari.
E nonostante la Storia non ci abbia risparmiato in passato e, anche di recente, guerre ad alta intensità e a bassa intensità e il corredo di crimini, che sempre le accompagna.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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