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venerdì 3 maggio 2013

Camerun / Il Land Grabbing avanza /Il ministero delle Foreste protesta inascoltato






Cosa sia il Land Grabbing(accaparramento delle terre) ormai, per averne letto a iosa, lo sappiamo tutti così come conosciamo bene le conseguenze negative, che ricadono, gioco forza, su intere popolazioni, in questo caso quelle africane, che sono le vittime di questo arbitrio, spacciato per politica di sviluppo e , dunque, impossibilitate a difendersi.

Ma il denaro, nelle alte sfere, fa gola ai politici, a tutti i politici senza eccezioni, che non hanno certo scrupoli di questo genere pur di fare cassa,e quasi sempre per proprio tornaconto.

Molte multinazionali americane, infatti, si sono accordate e si accordano da anni con i governanti locali e trasformano l’Africa( ma non solo) nel cortile di casa propria da utilizzare, a proprio piacimento e profitto, per gli usi i più disparati.

Può trattarsi di intere coltivazioni di girasole da mutare in litri e litri di biocarburanti (Mozambico) o , come sta accadendo in Camerun, ultimamente, dove in alcune regioni si sloggiano dalle proprie abitazioni e terre i contadini per fare posto a coltivazioni intensive di olio di palma.

Il peggio è che lo sfratto ai contadini viene imposto senza dare spiegazioni. E, sui media locali, si blatera di enormi guadagni per il Paese, lo stesso Camerun, in termini sia di esportazioni vantaggiose che di occupazione di salariati locali con paga sicura.

Niente di più falso. Il vantaggio occupazionale, se ci sarà, riguarderà un numero ristretto di persone, com’è normale che sia, mentre il danno ambientale con l’abbattimento della foresta in questione e,cioè 73.000 ettari pari all’estensione di sette volte la città di Parigi, è incalcolabile per l’intero pianeta.

Un’erosione continuata in più parti del mondo non può che fare male alla Terra. Non occorre essere degli esperti per coglierne la gravità.

In Camerun sta operando in tal senso, e non è neanche molto, in quanto il primo accordo risale al 2009, la multinazionale americana “Herakles Farms”con la sua succursale camerunense.

Da qui le proteste del ministero delle Foreste, che quasi certamente non saranno accolte, per quanto anche alcune organizzazioni ambientaliste, come Oakland Institute e Greenpeace abbiano in precedenza già protestato e messo nero su bianco in un rapporto scritto dal titolo “ The Herakles Debacle”.

Questi sono i fatti mentre è importante inoltre ricordare che in Camerun esiste un diritto storico e consuetudinario, che andrebbe rispettato, ed è quello dello sfruttamento delle foreste da parte delle popolazioni che le abitano. E non è archeologia storica ma antico e implicito rispetto di quello che noi oggi chiamiamo sviluppo sostenibile.

            a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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