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mercoledì 29 maggio 2013

Uganda / Giornalisti con il bavaglio e pugno di ferro del potere








I giornalisti ed esponenti della società civile, che hanno dimostrato per protesta, ieri ,dinanzi alla sede del Daily Monitor, il quotidiano impedito di andare in stampa ormai da dieci giorni, sono stati allontanati dalla polizia di Kampala in malo modo, a manganellate e con l’ausilio di lacrimogeni.

E non sono mancati arresti immotivati tra cui quello di Geoffrey Wokulira Ssebaggala, il coordinatore nazionale della Rete dei diritti umani dei giornalisti(Hrnj).

La situazione ,in Uganda, diviene ogni giorno che passa, tra l’altro, più pesante e problematica e non s’intravede, al momento, una via d’uscita per riportare la calma e il rispetto dei diritti nel Paese.

Le dinastie sono dure a scomparire, e chi usa la stampa (ossia il diritto alla libertà d’informazione) per mettere in chiaro certe scomode verità, viene punito subito con la censura.

Se non gli accade di peggio.

E’ regime tout court, insomma.

Mi riferisco al “progetto Muhoozi” e cioè alla successione al potere, a breve, del figlio dell’attuale presidente Museveni.

Il clan Museveni teme sgambetti potenti da parte dei militari dissenzienti.

Non vuole che si parli di complotti.

Infatti è iniziato da tempo un valzer di nuove nomine di generali al posto di alcuni altri di lungo corso ma, forse, di non provata fedeltà.

Intanto il Daily Monitor continua a pubblicare in versione online.


      a cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


 

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