Powered By Blogger

Cerca nel blog

lunedì 20 maggio 2013

Il viaggio /L'importanza dell'incontro / Spazio riflessione






Quando la persona (uomo o donna che fosse) si scoprì tale e assunse, a livello evolutivo, la postura eretta, ha inizio quel capitolo di un’affascinante e specialissima storia dell’umanità,che è capace,da quel momento in avanti, di stravolgere abituali consuetudini di sedentarietà (orto concluso del proprio villaggio) e asservire , finalmente, a desideri e/o a necessità la propria possibilità di oltrepassare lo spazio e, più in là, anche lo stesso tempo, grazie allo stimolo delle nuove conoscenze nel mentre acquisite. L’intelligenza creativa nasce, insomma, con l’andare.

Enendeni è l’espressione-invito in swahili. Tutto nasce (è incredibile) proprio dai “nostri” piedi. Il conoscere e il comprendere per poi essere in grado di poter fare. Per costruire e per costruirci. Per progredire.

Non tutto è luce però, com’è noto, in questa storia. Non mancano,infatti, ombre gravide ma essa merita, comunque, una sosta di pensiero.

E per ombre pensiamo subito all’istinto di colonizzazione, che condiziona anche il più disinteressato dei viaggiatori.

E le conseguenze devastanti di certe colonizzazioni ce le illustrano ampiamente, e con dovizia di particolari, senza bisogno di andare troppo lontano, i comunissimi manuali di storia, ad uso dei nostri studenti nelle scuole. E vengono in mente le famose tre “M” : militari, mercanti, missionari.

Ma ritornando al positivo dell’ “andare” ,che è tantissimo, rispetto alla condizione dei vegetali, destinati a crescere limitatamente solo in verticale, l’essere animale, e quindi anche l’uomo, ha la chance di procedere in orizzontale ,per cui la sua curiosità lo induce sovente a preferire l’incerto al certo come insegnano moltissimi miti dell’antichità.

Disertare la patria e andare incontro all’ignoto è parte integrante della storia dell’umanità. Non c’è scampo.

Nessuna meraviglia, allora, dinanzi a certe migrazioni. Parlo sopratutto di quelle odierne. Perché i flussi migratori, nelle differenti direzioni, sono antichi come il “cucco” delle favole che ci raccontavano da bambini. E anche contemporanei ai tempi nuovi. E lo saranno sempre.

Il viaggio poi, nella metafora della figura del viandante di Nietzsche (che ha in se stesso qualcosa di intimamente errante e che trova la sua gioia nel momento e nella transitorietà), è anche il viaggio filosofico per eccellenza. Lo specifico umano, io direi.

O meglio metafora di ogni percorso filosofico, che l’uomo può intraprendere in quanto il metodo filosofico altro non è che, anche etimologicamente, una strada da percorrere.

E, come sostiene George Santayana, filosofo- esponente del realismo critico e autore di “Filosofia del viaggio” di recente ristampato a cura di Giuseppe Patella (Universitalia-Roma) : “Io vivo in filosofia esattamente dove sto nella vita quotidiana: altrimenti non sarei onesto”.



a cura di Marianna Micheluzzi

Nessun commento:

Posta un commento