Powered By Blogger

Cerca nel blog

sabato 4 maggio 2013

Zimbabwe / L'emergenza alimentare è di nuovo cosa certa


   



I raccolti di granoturco quest’anno, nello Zimbabwe,a causa delle condizioni climatiche, in genere un po’ dappertutto non troppo favorevoli (scarse piogge prima e poi precipitazioni improvvise e abbondanti), sono stati per i contadini decisamente inferiori alle aspettative.

Pertanto il confinante Zambia ha deciso di venire in soccorso, proprio in questi giorni, sollecitato dal ministero dell’Agricoltura del Paese di Robert Mugabe, a buona parte di quella popolazione, che rischia con certezza di soffrire letteralmente la fame. Evento , per altro, non nuovo nello Zimbabwe.

Nessuno ancora ha dimenticato, infatti, la “storica” fotografia di alcuni anni addietro, pubblicata da diversi quotidiani europei,e quindi anche italiani, in cui si poteva osservare la carcassa di un elefante, probabilmente morto di vecchiaia, interamente spolpata della carne da parte di alcuni abitanti di un villaggio limitrofo alla foresta e il tutto, a detta degli osservatori, nel giro di pochi minuti.

E si era, appunto, nello Zimbabwe. Anni 2008 -2009 . Non molto lontano da Harare, la capitale. Persone messe a dura prova dalla fame non erano,neanche allora, meno di tre milioni.

Quest’ ultimo accordo riguardante il granoturco in arrivo dallo Zambia (buona soluzione nell’emergenza) ammonta, per quanto è dato sapere, a ben 150 mila tonnellate di fornitura.

Prima dell’accordo con lo Zambia si era supposto che nello Zimbabwe sarebbero bastati quasi certamente alcuni interventi dei privati.

Ma, poi, alla resa dei conti, così non è stato.

Il rischio della morte per fame interesserebbe, attualmente, almeno un milione e 400 mila persone. Questa la giustificazione data, da parte dello stesso ministro dell’Agricoltura ,a proposito dell’accordo con lo Zambia.

Lo Zimbabwe ,è cosa nota, è un paese prevalentemente agricolo e conta in tutto 12 milioni di abitanti.

Il problema reale è anche, in parte, quello che, da quando i bianchi residenti, gli ex-colonizzatori, sono andati via dalle fattorie, all’interno del programma di nazionalizzazione dei beni, i contadini africani non sono stati mai messi nelle condizioni, da idonee politiche governative, di fare rendere bene,come un tempo, quei terreni.

E mi riferisco a impianti di irrigazione andati in malora e lasciati nella più completa incuria. Nonché al costo elevato delle sementi, senza nessun aiuto al credito, e attrezzature agricole spesso malridotte o, assolutamente, inadatte allo scopo.

         a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Nessun commento:

Posta un commento