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sabato 4 maggio 2013

Ginevra /Alto Comm.Onu bacchetta truppe nigeriane e presidente per la strage di Baga






Come sempre, a casa nostra, le notizie della strage di Baga (Nigeria settentrionale) non sono arrivate se non attraverso gli ormai consueti canali dell’informazione alternativa.

E meno male, possiamo dire, che essa c’è.

Il fattaccio in questione, avvenuto il 16 aprile scorso, ha avuto per teatro la cittadina nigeriana di Baga, località del nord, che si affaccia sul lago Ciad, abitata da famiglie di modesti pescatori.

Qui si sono scontrati gli uomini di Boko Haram, i  fondamentalisti islamici,che vedono l’Occidente e anche tutto ciò che è occidentale proprio come il fumo negli occhi, con la repressione un po’troppo eccessivamente violenta, operata dalle truppe regolari nigeriane.

Quest’ultime, in effetti, hanno esagerato a tal punto che l’Alto Commissariato Onu per i diritti umani,in seguito, in una nota a Ginevra, ha deprecato ufficialmente, e senza mezzi termini, l’accaduto e ha richiamato alle sue responsabilità persino il presidente nigeriano Goodluck Jonathan.

C’è da dire che non è la prima volta che i metodi discutibili dei soldati nigeriani, per riportare l’ordine in frangenti del genere, sono , a cose fatte, oggetto d’attenzione e di biasimo sul piano internazionale.

E qui si avvalora il sospetto che l’esercito, in pectore, abbia comunque intenzione di destabilizzare il sistema politico attuale (o quanto meno ci prova) e di mandare a casa un president, che è un sudista e un cattolico, in un contesto a prevalenza musulmano.

Ma i numeri e il risentimento degli abitanti di Baga, che hanno perso tutto o quasi tutto,affetti e masserizie, spiega bene come sono andate e come stanno le cose.

Sono andate distrutte,in quel solo giorno, qualcosa come 2200 abitazioni; i morti sono stati circa 200; i feriti intorno al centinaio.

C’era e c’è oltre il tanto da essere inferociti se,la gente inerme e presa tra due fuochi, ha visto sotto i propri occhi un’ operazione di pubblica sicurezza trasformarsi in un’autentica strage.

E  non solo per colpa degli uomini di Boko Haram.


             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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