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sabato 4 maggio 2013

Repubblica Centrafricana /Gravissima la situazione a Bangui e nel resto del Paese








Perché sia possibile in effetti un ritorno alla normalità in Centrafrica,dopo il colpo di Stato,attuato che non è molto dal Seleka, che ha esautorato e scacciato definitivamente il presidente François Bozizé, creatura dei francesi, occorrono di necessità un sostegno finanziario alle nuove autorità di Bangui e, assolutamente,il rispetto del dettato costituzionale nell’intero Paese.

Di questo si discute con una qualche speranza a Brazzavile, in Congo, in presenza dei membri del Gruppo internazionale di contatto di cui fanno parte ,quali mediatori, Denis Saasou Nguesso e Jacob Zuma, e tutti i ministri della Comunità economica dell’Africa centrale (Ceeac).

E si batte cassa, innanzitutto, nei confronti dell’Unione Europea (UE), che è il primo partner economico di Bangui.

Il denaro necessita per fare funzionare le istituzioni ma, in particolare, per pagare i militari e i pubblici dipendenti, che non vedono il becco di un quattrino da mesi e mesi.

Anche se, a detta di chi ha vissuto e vive sul posto, nelle botteghe intorno e nei mercati, c’è scarsità di merce d’ogni genere. E, quindi, non ci sarebbe molto da acquistare. Ma la fame è un’altra cosa se non la taciti.

E, quale bestia incontenibile, induce anche gli onesti, talora, a commettere atti indegni della persona umana.

E nelle strade di Bangui come nei villaggi rurali lo si è visto, e anche di frequente, negli ultimi tempi.

E sono cose di cui noi, in un Occidente europeo che da più di mezzo secolo non ha conosciuto guerre, non abbiamo idea e riusciamo, magari, solo ad immaginare e con enorme difficoltà

Il significato prioritario di questo denaro e dei pagamenti, a chi dovuto, sarebbe, allora, principalmente il riportare l’auspicato e auspicabile ordine tanto nella capitale che altrove.

In quanto c’è da dire che la situazione è identica, se non peggiore, anche nelle altre città che non sono Bangui

Ecco perché l’urgenza dell’appello.

Non è chiaro, infatti, quando le istituzioni ( o almeno quel fantasma che di esse ne è rimasto in piedi dopo i disordini e gli scontri) riprenderanno a funzionare e nella capitale e nelle altre città.

Così come le scuole per gli studenti, i quali rischiano, al momento, di non farci più ritorno per troppi lunghi periodi.

E attenzione, senza la scuola, non c’è che la strada e si corre il rischio di delinquere. Sotto ogni cielo.


  a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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