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sabato 11 maggio 2013

Lambarené (Gabon) /Siegfried e le banane








Per consentire a malati e familiari di potersi nutrire durante il periodo di degenza all’ospedale di Lambarené, Schweitzer incarica Siegfrid, l’amico nuovo arrivato, di procurarsi con certezza, dai villaggi vicini, qualcosa come almeno sei tonnellate di banane africane ogni settimana.

Si tratta di banane africane, molto differenti da quelle dolci, che noi occidentali consumiamo.

E sono banane che devono essere cucinate e possono accompagnare il pesce (in questo caso pescato nell’Ogooué) oppure la carne o le uova di coccodrillo.

Il problema per l’ospedale, e dunque per Siegfried, è soprattutto quello di trovare un qualsiasi mezzo di trasporto, perché il carico di banane possa essere prelevato dai villaggi vicini e giungere per tempo a Lambarené.

Il solo accordo orale con un camionista, che si era detto inizialmente disponibile, e con i padroni delle piantagioni, non sortisce però, a conti fatti, il risultato sperato.

Molto spesso le banane contrattate prendono un’altra strada e non giungono mai a Lambarené come, appunto, da accordo precedente.

Siegfried, allora, pensa bene di tirare fuori da una specie di rimessa la sua bici.

Sì, proprio quella con cui ha girato mezzo mondo e con cui è arrivato a Lambarené.

La inforca e, pedalata dopo pedalata, decide di andare di persona, villaggio per villaggio, a capire come stanno realmente le cose.

E scopre che, anche in Africa come ovunque, tanto i padroni quanto il camionista hanno pensato bene di vendere e offrire il proprio servizio a chi offre il prezzo più alto.

Ma a Lambarené è regola che non ci si scoraggi mai.

Infatti, un bel giorno, Schweiter annuncia a Siegfried, e agli altri, che sta per arrivare(e non ci vorrà molto), nuovo di zecca, un camion Mercedes, più che idoneo, grazie alle solide quattro ruote motrici, a percorrere tutte le possibili le strade sterrate .

Diciamo che è quella che noi chiameremmo “provvidenza” ma che è semmai anche il frutto del grande impegno continuativo di Schweitzer ( aiutati che Dio ti aiuta!), che quando non è in giro per il mondo a dare concerti e a tenere conferenze allo scopo di raccogliere fondi per Lambarené e i suoi ammalati, passa la notte a tavolino a scrivere a centinaia e migliaia di amici in tutto il mondo, affinché non dimentichino.

E, sulla scia di Doroteo di Gaza (monaco del VIsec. dC.),ricorda sempre loro che il mondo è come un grande cerchio tracciato sul terreno ,da cui si dipartono dei raggi, che sono le differenti vie degli uomini. Quanto più queste strade avanzano in una certa direzione e si avvicinano a Dio, più si avvicinano anche tra loro. E viceversa.

Il segreto della solidarietà è tutto qui per Schweitzer. (...continua)


a cura di   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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