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lunedì 27 maggio 2013

Repubblica Centrafricana /Non dimentichiamo Bangui










Quello che sta accadendo nella Repubblica Centrafricana ad opera degli uomini del Seleka, dopo la cacciata di Bozizé, fantoccio dei francesi, è inenarrabile.

Ma quello che è peggio è il silenzio dei “media” e dell’opinione pubblica internazionale.

Neanche una riga spesa, se non a caldo, e cioè nell’immediato.

Lì non c’è petrolio, né oro, né diamanti, né coltan o altri minerali pregiati. Pertanto gli appetiti dell’Occidente (leggi le multinazionali) sono irrisori.

Davvero molta poca cosa rispetto ad altri siti d’Africa più interessanti.

E quindi caos e morte sono affari solo della gente del luogo.

Trattandosi di fondamentalisti islamici, gli uomini del Seleka, che hanno, purtroppo, a capo delle guide rozze, molto mediocri e niente affatto lungimiranti, stanno massacrando e uccidendo in Centrafrica sopratutto tutti coloro che sono cristiani,o che si dicono tali o che essi (i ribelli) sospettano essere tali.

Tutti quelli, insomma, che incontrano sul loro cammino.

 E hanno devastato fin dagli inizi della conflittualità e devastano ancora e chiese e/o luoghi sacri .

E, inoltre, anche le poche scuole impiantate dai religiosi con annesse officine, laboratori e quanto altro necessita per l’istruzione e la formazione, che costituiscono, appunto,appena un modesto appiglio di speranza per il futuro di tanti giovani in contesti poveri come sono questi.

Stessa cosa dicasi per gli ospedali, nati per dare un po’ sollievo a chi ne avesse bisogno E lì dove non è facile curarsi , perché spesso manca tutto. Farmaci inclusi.

E, ancora, specie per aiutare madri a mettere al mondo bimbi sani e diminuire, se possibile, una mortalità insensata.

La religione, ancora una volta, in Africa, in quest’Africa terribilmente bistrattata da ogni parte,quasi peggio della classica “coperta corta”, diviene strumento di persecuzione e non di accoglienza dell’altro, del fratello.

Specie poi se il”fratello”, libero come dovrebbe essere e non lo è, ha magari credenze differenti dalle dominanti del momento, che una cieca tirannia militare impone esclusivamente con il ricorso alle armi.

E questo perché della religione si è ripreso tristemente a fare un uso politico, che non le si addice, e quindi scorretto. Mettendo in cattivissima luce un Islam moderato e tollerante, che pur esiste.

Sempre questi del Seleka hanno ucciso ma anche brutalizzato uomini e donne, bambini e malati, che giacevano in letti di ospedali con ancora attaccate le flebo al braccio.

Hanno fracassato suppellettili e rubato nelle modestissime abitazioni della gente comune.

Hanno proprio fatto di tutto e di più. Non ci sono parole.

E chi ha visto, conserva il terrore negli occhi.

Oggi uomini, donne, anziani, bambini, persone inermi, sbandate da mesi e mesi, non sanno proprio come fare per riappropriarsi nel loro Paese, sulla propria terra, di un po’ di normalità.

Non resta loro che la preghiera, quale che sia il “dio” in cui credono.



Marianna Micheluzzi









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