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lunedì 27 maggio 2013

La lepre e la iena / L'angolo del Griot








Un giorno come tanti una lepre e una iena, passeggiando ai margini della foresta, giunsero in prossimità di un ruscello dalle acque limpide.

Quando entrambe si accorsero che l’acqua era ricca di pesci di piccola taglia, gettarono le reti, che avevano con sé, e che presto si riempirono di abbondante pescato.

La lepre, con generosità, offrì subito alla iena tutto il pescato del giorno ma la “nostra”,sdegnosa e irriconoscente come sempre, rifiutò con il pretesto che sarebbe venuta a pesca magari il giorno seguente.

Nessuno, però, l’indomani la vide mai da quelle parti.

Intanto passarono giorni e giorni prima che le due si rincontrassero di nuovo e, giunse nel mentre anche la stagione secca.

Questa seconda volta, sempre in foresta, la lepre, senza sosta, si mise d’impegno a raccogliere un bel po’ di legna per fare il fuoco per scaldarsi la notte e/o per cucinare qualcosa da mettere sotto i denti.

 O, con più vantaggio, per poterla vendere al mercato a chi volesse fare la stessa cosa.

La iena, invece, prese a raccogliere pochi sparuti fili d’erba, che si erano sottratti alla calura, e ne fece un magro fascio.

E, secondo lei, era stata più furba della lepre, perché l’erba era, senza dubbio più leggera della legna e lei avrebbe guadagnato lo stesso, facendo il mercato, ma con poca fatica.

Una volta al mercato, però, la lepre vendette in un baleno tutta la legna raccolta, che andò a ruba, mentre nessuno acquistò l’erba dalla iena.

Trascorsero ancora altri giorni e la lepre venne a sapere dai suoi vicini che, quasi certamente, la iena presto le avrebbe fatto una visita.

I vicini dicevano trattarsi di una visita di cortesia.

Così la lepre non perse tempo e si organizzò per darle una lezione.

Si mise comoda sdraiata su di una stuoia, prese dal ripostiglio un uovo, che cucinò al punto da renderlo sodo e ,dopo averlo introdotto in bocca, si dipinse pure una guancia con il carbone.

Quando la iena arrivò nell’ abitazione, la lepre, lamentandosi ininterrottamente, finse di avere un terribile male ai denti tanto che le era sopraggiunto, addirittura, un ascesso.

Ciò impietosì e, soprattutto, incuriosì la iena.

Si avvicinò e poco cauta, provò a introdurre la zampa nella bocca della lepre e a tastare con un dito il punto in cui era posto il dente malato.

Ma la lepre, in quell’attimo, chiuse la bocca  di scatto e serrò con forza tutti i denti e rifilò un morso solenne alla iena che, da quella volta in poi se ne stette per sempre alla larga da quella lepre e da tutte le altre sue simili del circondario.

               a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

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