Powered By Blogger

Cerca nel blog

mercoledì 1 maggio 2013

Françafrique / Parliamo di Francia / Il Libro Bianco della Difesa 2013






Com’è consuetudine annuale il presidente francese François Hollande ha ricevuto, che è poche ore, il noto Libro Bianco della Difesa riguardante gli orientamenti di progettazione e metodo e di spesa militare del Paese e dei territori d’oltremare.

E diciamo subito che, indipendentemente dalle classiche riduzioni prevedibili per la politica di contenimento del bilancio statale e di austerità conseguente, come per esempio quanto è stato deciso per le Forze aeree e non certo per il nucleare e neanche per la marina militare , l’Africa è considerata nel “libro” zona prioritaria.

E per Africa s’intendono, e in particolare per il discorso “profitti”, paesi come la Costa d’Avorio, la Libia e il Mali.

E se ne intuiscono benissimo motivazioni e progetti.

Per la Costa d’Avorio e la sua ripresa economica sappiamo tutti , in quanto è ben documentato, quante imprese francesi ormai sono arrivate laggiù e gestiscono la maggior parte delle attività. E, naturalmente, si tratta delle più redditizie.

Come è reale e cresce ,giorno dopo giorno, la rabbia degli ivoriani.

C’è, infatti, fame per tantissimi e anche mancanza di lavoro, dopo anni di sofferenze patite per la guerra intestina, che ha lasciato parecchie cicatrici, molte delle quali non facilmente rimarginabili.

Per la Libia della Francia sappiamo dell’apporto fondamentale per la cacciata della dinastia Gheddafi e dell’essersi esposta per prima quando molti altri Paesi, compreso il nostro, manifestavano forti dubbi e incertezze.

Il Mali poi è importantissimo per il tesoro che racchiude nel suo sottosuolo ( specie area nord, quella difesa dai Tuareg) e al quale i francesi non intendono affatto rinunciare, facendosi campioni della lotta al terrorismo islamico, che pure, occorre dirlo, picchia forte in Africa e non risparmia certo colpi mancini.

Ci sono poi da attenzionare con risorse ingenti anche le zone del Corno d’Africa (Gibuti),quelle del Golfo di Guinea e tenere in piedi tutti gli onerosi accordi di partenariato per la difesa come quelli con il Centrafrica, oggi anch’esso in fiamme,il Camerun, il Togo, il Gabon, il Senegal e le Comore.

E, naturalmente, intrattenere ottime relazioni diplomatiche, proprio per favorire la penetrazione militare, con Nigeria e Sudafrica, importantissimi colossi per peso politico all’interno dell’Unione Africana.

Resta però, considerando l’entità comunque piuttosto pesante dell’esborso , che il contribuente francese continua e continuerà a pagare.

Ma a chi i profitti profittevoli del tutto ?

Non certo agli africani, gente comune .

Sudditi odierni ... in un certo senso.

Magari a qualche “delfino” di colore… sì.  E’ possibile che arrivi un tesoretto.

E' anche certo se si considera cos’è accaduto anni addietro .

Immobili di pregio, castelli e conti in banca.

L’importante, ufficialmente per i francesi, pare che sia l’ essere “presente”. Costi quel che costi.

Questa è “grandezza" di sempre. La Francia non smentisce se stessa.

Persino ai nostri giorni.  Persino in tempi “magri”.

E non si preoccupa per niente se il cittadino francese e la sua famiglia continueranno, ancora a lungo, a stringere la cinghia.

    
 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Nessun commento:

Posta un commento